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Roberto Benigni sulla Costituzione: "Bellissima, ma crolla tutto senza lavoro. Non darmi diritti se non mi dai lavoro"

La nostra Costituzione ha compiuto oggi 70 anni. Essa è stata infatti approvata dall´Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Consta di 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e finali.

Tra questi, l´art. 4: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un´attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società".

La Costituzione italiana, certamente la più bella del mondo, ma anche, a parere di tanti, tra le più in attuate del mondo. Ed uno dei diritti ad aver trovato una parzialissima applicazione è proprio l´articolo 4, quello dedicato al diritto al lavoro.

Il giorno del compleanno della nostra Costituzione, oltre a rendere omaggio, come diceva Piero Calamandrei ripreso a tal proposito da Sandro Pertini, a tutte quelle ragazze e quei ragazzi che, con il sacrificio della propria vita, hanno consentito che l´Italia potesse essere una democrazia, vogliamo dedicarlo a tutti quei giovani diventati anziani senza aver trovato un lavoro, a tutti coloro che un lavoro l´hanno perso, a tutti coloro, e sono veramente tantissimi, che non possono vivere una vita pienamente dignitosa perché sono cittadini di un paese le cui istituzioni un lavoro non riescono ad assicurarlo. Come vogliamo dedicarlo a coloro che si battono perché altri cittadini possano avere una opportunità.
Insomma, vogliamo celebrare proprio l´articolo 4, quello che è il più inattuato di tutti. Lo facciamo riportando un brano celebre che Roberto Benigni ha pronunciato nel corso dello show televisivo "La più bella del mondo" spiegando questo principio fondamentale della Costituzione Italiana.


Roberto Benigni: Sentite il 4. "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro" Sono profetici. Ci sono le soluzioni a tutti i nostri problemi qua dentro. Se uno li va a vedere c´è scritto quello che dobbiamo fare. Roberto Benigni.2"Riconosce", "Il diritto al lavoro è promuovere" I verbi sono sempre quelli: attua, promuove, riconoscere, spinge. Sempre a volere, a volere. "Promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto." Cioè ogni Governo, qualsiasi Governo, deve lavorare per promuovere il lavoro, perché il lavoro è sacro. Ed ogni legge che va contro il lavoro è un sacrilegio. Questo ci stanno dicendo. "Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un´attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società." Mah, io dico la bellezza "materiale o spirituale" tu devi contribuire a farmi stare bene col corpo e l´anima. Sono uguali. La grandezza di aver messo insieme quel materiale e spirituale. Il lavoro è proprio il primo principio. Tu è inutile che mi dai tutti i diritti, se non ho lavoro. Non sono niente perché sono morto fisicamente ed anche socialmente, non sono nessuno. Quindi la prima cosa che mi devi dare è il lavoro perché ci si fonda, sono le fondamenta. E dice che riconosce a tutte questa cosa qua. Guardate che ogni legge che va contro il lavoro è davvero un sacrilegio. Se si escludono momenti di grande bellezza che la vita ci può regalare a tutti noi, e quelli li lasciamo da parte. Amare il proprio lavoro credo che sia la vera e concreta forma di felicità sulla terra. Quello che spetta alle future generazioni, ai futuri governi non è solo cercare il lavoro, ma far sì che ognuno di noi ami il proprio lavoro. Adesso è un´altra cosa davvero da Woodstock, un sogno, però dovrebbe essere questo il sogno di tutti. Perché con la disoccupazione, le persone non è che perdono solo il lavoro, perdono se stessi, non sanno più chi sono e stanno male, producono infelicità e fanno stare male gli altri. Perdiamo tutti quando non c´è lavoro perché produce infelicità. Quando noi lavoriamo non è che modifichiamo solo l´oggetto al quale stiamo lavorando, modifichiamo noi stessi, diamo una forma alla nostra vita. Quella è la grandezza del lavoro. Quando ci danno la busta paga, dentro la busta paga non troviamo solo i soldi, troviamo un´altra ricompensa: noi stessi. Quella paga non è avere, è essere. ESSERE. Quella è la cosa importante. E´ proprio la nostra libertà, la nostra indipendenza, la nostra dignità, la nostra vita. I Costituenti sapevano il legame strettissimo che c´è tra il lavoro e la nostra personalità, lo sviluppo della nostra personalità. Quando riceviamo il compenso, quel compenso non dà solo da mangiare al corpo, nutriamo l´anima e i Costituenti lo sapevano. Per questo se non c´è lavoro crolla tutto. Crolla la Repubblica e crolla la Democrazia che sono appunto il corpo e l´anima delle nostre Istituzioni. Crolla tutto senza lavoro...

 

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