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Inquadramento normativo: Art. 366, comma 1, n. 3, c.p.c.
Il ricorso per cassazione e il principio di autosufficienza: Il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, tra l'altro, l'esposizione sommaria dei fatti della causa (art. 366, comma 1, n. 3, c.p.c.). In tali casi si parla di principio di autosufficienza; principio, questo, che è volto ad agevolare la comprensione dell'oggetto della pretesa e del tenore della sentenza impugnata, da evincersi unitamente ai motivi di impugnazione: ne deriva che il ricorrente ha l'onere di operare una chiara prospettazione funzionale alla piena valutazione di detti motivi in base alla sola lettura del ricorso, al fine di consentire alla Corte di cassazione (che non è tenuta a ricercare gli atti o a stabilire essa stessa se e in quali parti rilevino) di verificare se quanto lo stesso affermi trovi effettivo riscontro, anche sulla base degli atti e documenti prodotti sui quali il ricorso si fonda (Cass. n. 24340/2018, richiamata da Cass., n. 22363/2021).
Onere del ricorrente in ossequio del principio di autosufficienza: In virtù del principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, il ricorrente deve indicare in quale atto sia stata allegata la circostanza che adduce a fondamento della sua censura e in quale sede e modo essa sia stata provata o ritenuta pacifica (Cass. n. 24062/2017, richiamata da Cass. n.22582/2021), provvedendo alla trascrizione dei relativi passaggi argomentativi (Cass. n. 16655/2016, richiamata da Cass. n.22582/2021). In buona sostanza, parte ricorrente non può:
Il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, infatti, che impone l'indicazione espressa degli atti processuali o dei documenti sui quali il ricorso si fonda, "va inteso nel senso che occorre specificare anche in quale sede processuale il documento risulta prodotto, poiché indicare un documento significa necessariamente, oltre che specificare gli elementi che valgano a individuarlo, riportandone il contenuto, dire dove nel processo esso è rintracciabile, sicché la mancata localizzazione del documento è sufficiente a far dichiarare l'inammissibilità del ricorso (Cass. n. 28184 del 2020, richiamata da Cass., n. 22316/2021). Ne consegue che se il ricorrente denuncia l'omessa valutazione di prove documentali, egli ha l'onere di riportare nel ricorso il contenuto dei documenti che si assume non essere stati valutati dal giudice del merito. A tal fine, parte ricorrente deve:
Questione giuridica implicante un accertamento di fatto e principio di autosufficienza: Secondo la giurisprudenza qualora una questione giuridica - implicante un accertamento di fatto - non risulti trattata in alcun modo nella sentenza impugnata, il ricorrente che la proponga in sede di legittimità, onde non incorrere nell'inammissibilità per novità della censura, ha l'onere non solo di allegare l'avvenuta deduzione della questione dinanzi al giudice di merito, ma anche, per il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione, di indicare in quale atto del giudizio precedente lo abbia fatto, per consentire alla Corte di controllare ex actis la veridicità di tale asserzione, prima di esaminare nel merito la censura stessa (Cass., nn. 32804/2019, 2038/2019, 20694/2018, richiamata da Cass., n. 21831/2021).
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Il mio nome è Rosalba Sblendorio. Sono una persona estroversa e mi piace il contatto con la gente. Amo leggere, ascoltare musica e viaggiare alla scoperta delle bellezze del nostro territorio. Adoro rigenerarmi, immergendomi nella natura e per questo, quando posso, partecipo ad escursioni per principianti. Ho esercitato la professione da avvocato nel foro di Bari. Per molti anni ho collaborato con uno Studio legale internazionale, specializzato in diritto industriale, presso il cui Ufficio di Bari sono stata responsabile del dipartimento civile e commerciale. Mi sono occupata prevalentemente di diritto civile, diritto commerciale e diritto della proprietà intellettuale.