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"Ospitali a casa tua, vedrai come ti conciano". Caravita con la Collega: "Uno stupro, questo le hanno augurato"

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La discriminazione corre in chat, e questa volta in una chat di avvocati. Almeno secondo alcuni, per altri no. Per essere più precisi, in un gruppo forense su facebook. Il gruppo si chiama "Politica Forense". Un ottimo gruppo. Estremamente autorevole, luogo - da sempre - di civile confronto tra gli avvocati sui temi più controversi della professione, ma anche su quelli della società e della politica, che interessano tutti. Gruppo pluralista, non schierato, mai di parte, magistralmente diretto dai suoi amministratori.

Ed è lì che accade il fattaccio. Il TAR del Lazio deposita il decreto presidenziale cautelare, ormai di dominio pubblico, sospendendo, in parte qua, il decreto che impediva alla Open Arms di fare ingresso nel territorio italiano. Un avvocato, Milena Miranda, pubblica nella bacheca del gruppo un post, diretto a rendere nota una pronuncia certamente, comunque la si valuti, importante, ed aggiunge, esprimendo poi il suo personale punto di vista, il seguente commento: "Un po' alla volta ritornerà l'umanità". 

Si avvia una discussione, che registra numerosi ed opposti commenti. Molti si riconoscono in quello dell'avvocato Miranda, altrettanti invece dissentono. Ma la discussione va avanti con rispetto, per quanto le posizioni delle parti siano estremamente divaricate. Ad un certo punto, però, nella bacheca del gruppo viene postato un commento. Autore, tale A. Milani, scrive testualmente: "Poi, Milena, se ci tieni tanto ospitali a casa tua, vedrai come ti conciano per bene". 

​Pochi attimi, e in una discussione fin lì serena, piomba, con la violenza di un tornado, qualcosa che nessuno pensava potesse fare ingresso in quel gruppo, tanto più un gruppo di avvocati. Un'allusione, sia pure di contenuto eccessivo, da parte dell'autore, che nessuno conosce con certezza, ma che qualcuno indica, addirittura, come un avvocato? Per la maggioranza dei membri del gruppo, si tratta di un'affermazione grave, suscettibile di una valutazione anche disciplinare qualora, come qualcuno ritiene, effettivamente pronunciata da un avvocato, e diretta, tra l'altro, ad una Collega. Per altri no, il commento sarebbe eccessivo, probabilmente contrario al bon ton, ma legittimo. Come spesso accade in queste circostanze, il web si divide, e gli avvocati pure.

Tra i "colpevolisti", molti condannano, immediatamente e senza appello. Altri chiedono all'autore di porgere le proprie scuse, che non arrivano, come non arriva alcuna rettifica. Altri chiedono l'apertura di un procedimento disciplinare, ritenendo violato il codice di deontologia. Un fatto grave, dicono, che, al di là del pluralismo delle idee e delle visioni di merito diverse, offende non solo Milena, ma tutte le donne, tutti gli uomini, tutti noi, quel poco di umanità che ci è rimasta addosso. Gli innocentisti, che non mancano, sono invece molto più indulgenti. 

Tra i molti commenti di solidarietà a Milena, quello di un avvocato tra i più noti  nel mondo della politica forense e dei social, Giuseppe Caravita: "Esprimo piena, totale, incondizionata solidarietà alla Collega Milena Miranda,alla quale qualcuno privo di spessore umano ha augurato di essere stuprata. Le parole sono pietre: ha ragione Domenico Monterisi quando non cancella il post di questo signore, perchè deve, fin quando possibile, rimanere leggibile la incredibile violenza e la viltà di questo individuo, che mi auguro non essere Avvocato. L'augurio infame è stato postato nella discussione su un post di Milena Miranda, e sulle sue conclusioni, pacate, ragionevoli, sicuramente diverse da chi ha commentato nel modo ignobile che ho detto. Basta: tenetevi, le vostre frustrazioni, continuate a vivere di paure, fatevi le pugnette e non ci rompete i coglioni. Chi formula un augurio è vile, violento e ignobile quanto chi lo mette in atto. Giuseppe Caravita di Toritto, buonista, fiero di esserlo, ma non scemo o incapace di difendersi e di difendere i suoi compagni di strada. Andate a zappare la terra". 

Una intervento, quello di Giuseppe Caravita, estremamente netto, rivolto ad una persona, l'autore del commento, che peraltro non è stato individuato,  in quanto nessuno ha certezza sulla propria identità. Solidarietà, quindi, a Milena. Si può dissentire legittimamente, ma nessuno può permettersi, nei riguardi di qualsiasi essere umano, e di una donna in particolare, di utilizzare un'allusione che possa fare, anche indirettamente e tra le possibili interpretazioni, pensare ad un atto di violenza. Nessuno. Ci auguriamo che la condotta dell'autore di questo post, soprattutto se si trattasse di un avvocato, possa rientrare, perché ci sono delle scuse da porgere. Oppure, in mancanza, essere attentamente verificata dalle autorità e dagli organi competenti. Non si può più lasciar passare questi messaggi. Sarebbe una sconfitta per tutti.

 

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