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"Ora muori in casa"

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 Lui ha 16 anni. Un bravo ragazzo. Calabrese, di Cosenza.


Il 17 maggio lega una bandana arcobaleno al suo zainetto ed esce di casa, ha appuntamento con amiche.

Il padre chiama il fratello, zio del ragazzo. Si mette sulle sue tracce, lo raggiunge, gli grida: "Non vogliamo ricchioni nella nostra famiglia". Poi un pugno, calci. Chiama altri due, che lo aiutino. Un pestaggio in piena regola: costole fratturate, setto nasale rotto. Se lo carica di peso in auto: "Ora muori in casa" gli dice.

Gli amici di quel ragazzo hanno denunciato i fatti alla magistratura. Ma quello che è accaduto fa vomitare.

Se le indagini confermeranno ciò che è stato raccontato da tanti, quello "zio" non è un uomo, e nemmeno un animale. Solo un essere immondo, che meriterebbe di essere rinchiuso, e allontanato da qualsiasi comunità umana.

Ma ciò che è accaduto a Luca (nome di fantasia) accade ogni giorno, in angoli più o meno sperduti di questo paese. Ed è questo che deve farci riflettere.

Luca carissimo, Ti auguro di riprenderti, di essere felice, e di amare chi vuoi, nella libertà cui ha diritto ogni essere umano.

#LGBTI #LgbtqLove #raimbow #arcobaleno

 

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