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"Mia mamma mi ha insegnato l'onestà, non potevo tenere quel portafogli e l'ho portato in Questura"

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Una grande lezione viene a tutti noi da Anthony, 29 anni appena, nigeriano (ma qui la nazionalità non conta nulla), in Italia da quasi 3 anni. La sua storia è stata raccontata da Fanpage, ed è una storia di miseria. Anthony, pur avendo a lungo cercato un lavoro, non è riuscito a trovarlo e, nell'ultimo periodo è andato avanti facendo delle piccole cose o affidandosi al buon cuore di quanti lo conoscono. Una vita, dunque, di stenti, anche se aperta alla speranza di un futuro migliore. 10 euro al giorno le sue entrate medie, che gli bastano a malapena per pagare  l'affitto di un misero alloggio  e comprarsi qualcosa per mangiare. Ma a un certo punto Anthony Akpoyibo trova un portafogli, con dentro dei soldi. Una enormità. Avrebbe potuto pagare un mese d'affitto, o comprare da mangiare per giorni e giorni.  Per i poveri 150 sono un grande patrimonio e non l'equivalente della spesa media di un fine settimana di una famiglia di reddito medio alto.

Forse tanti altri, nelle sue stesse condizioni, ci avrebbero pensato a tenerselo, quel portafoglio, o almeno a trattenere il contenuto  restituendo o lasciando in un luogo visibile il resto, a partire dai documenti. Altri. Anthony  ha fatto una cosa diversa, d'istinto.  Ha preso quel portafoglio,  e l'ha portato direttamente alla polizia, in questura, correndo anche il rischio, con i tempi che corrono, di essere preso per un possibile ladro, magari colto sul fatto. "Ho visto quel portafoglio davanti al supermercato di Maratta – ha raccontato a La Nazione –, dentro c'erano documenti e soldi. Sono tornato a casa, mi sono cambiato e sono andato in Questura a consegnarlo. Non so nemmeno quanti soldi ci fossero di preciso, mi hanno poi detto 150 euro circa".
Ma non ha pensato, gli ha chiesto il cronista, di tenerselo, di trattenere quel denaro? "Assolutamente no – la risposta –, mia mamma, che non c'è più, mi ha insegnato il valore dell'onestà. Nessun dubbio su questo". Anthony poi racconta:  "Sono arrivato in Italia due anni e mezzo fa passando per la Libia. Prima ho vissuto a Novara, da quattro mesi sono a Terni. Mi è stata respinta la richiesta di asilo politico e ora aspetto l'esito del ricorso. Qui abito da un amico, al quale pago l'affitto. Sono orfano, in Nigeria non ho più nessuno. A Terni con me, però, c'è la mia ragazza, è nigeriana anche lei e fa la badante". 

"Ogni giorno è diverso, a volte riesco a racimolare anche 20 euro, altre volte non più di dieci. Ma vorrei fare due cose in particolare: imparare bene l'italiano e trovare un lavoro. Sono un elettricista, a Novara riparavo frigoriferi. Magari potessi farlo anche qui a Terni" conclude.

 

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