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Lo scorso 5 dicembre all'ITC, Leonardo Da Vinci di Niscemi si è tenuto un Convegno "in remoto" sul cinquantesimo della morte di Mario Gori.
E, stando alle domande degli studenti, abbiamo potuto comprendere, la loro meraviglia nel prendere atto che la storia culturale di Niscemi ha perso, cinquant'anni fa, una delle figure più importanti del nostro panorama artistico, a loro quasi sconosciuta.
La scuola ha previsto, durante i primi sei mesi dell'anno che sta arrivando, altri incontri e numerose attività didattiche sull'opera letteraria ed artistica di Mario Gori.
E non c'è dubbio che investire nella cultura a scuola, significa investire nel futuro delle nuove generazioni, perché la cultura é alla base di ogni percorso civile, di virtuosa assunzione di responsabilità sociale, politica ed umana.
Mario Gori è un poeta. Ma non solo.
E' sufficiente sfogliare le sue riviste, ripercorrere le sue numerosissime iniziative culturali per scoprire un Mario Gori anche editore di riviste e grande operatore culturale.
La sua prima rivista culturale "Il Maroglio" un settimanale di varia umanità, diretto da Mario Di Pasquale con la collaborazione di alcuni compagni di scuola e di vita. Edita a Niscemi nel 1945.
Si ha notizia che uscì soltanto un numero ciclostilato, che però non si è riusciti a rintracciarne copia.
Il titolo è già un programma. "Il Maroglio", infatti è il torrente che, impetuoso attraversava, almeno quando era ricco d'acqua, la piana di Niscemi e di Gela. Un foglio che avrebbe visto la collaborazione di Francesco Miceli e Gianni Bernardello. Avevo chiesto notizie di questa iniziativa studentesca a Francesco Miceli e mi ha risposto che non aveva memoria di questa iniziativa. Purtroppo e non esistono copie di questo lavoro editoriale.
Come testimonianza di questa prima esperienza giovanile restano alcune cartoline e lo stesso Gori che ne dà conferma con la "Notizia" sul numero 2, ottobre 1957, della "Soffitta" che"… Rappresenta la continuazione ideale d'un altro tentativo che animò i nostri vent'anni quando, nell' inquietudine di quella stagione di macerie e di dolore, nacque il nostro primo canto che trascinava tra le sillabe dolenti l'urlo d'una generazione macellata e inseguita".
Sulle riviste, "La Soffitta" (1957- 1962), "Il Banditore del Sud" ( 1961) e "Sciara" (1965) non esistono studi e ricerche di uno spessore tale da mettere in luce (e che luce) le capacità di operatore culturale di Mario Gori.
Salvatore Di Marco, nel "Convegno Mario Gori il poeta", organizzato dall'Amministrazione comunale il 22 dicembre 1995 e tenutosi nell'allora liceo scientifico "Leonardo Da Vinci", ha analizzato con puntualità e scrupolo la rivista "Sciara" e non ha esitato a sostenere la necessità di una ricerca approfondita su queste iniziative di operatore culturale di un Mario Gori attento, eternamente in fibrillazione per qualsiasi lavoro che lo conducesse alla comunicazione letteraria, in lingua o in dialetto.
"Bisognerà un giorno, sulle intere collezioni di quelle riviste, avviare un discorso critico specifico, un'accurata indagine, predisponendo anche il lavoro per un'antologia che riunisca per un verso tutti quegli scritti non ristampati di Mario Gori ivi pubblicati, e per altro verso le pagine più significative nei suoi tanti qualificati collaboratori. Chi lo farà avrà reso un prezioso servizio sia alla cultura siciliana che alla migliore comprensione dell'opera di promozione letteraria di Mario Gori e del suo impegno intellettuale e artistico".
Ad onor del vero, anche Giuseppe Blanco, in una pubblica conferenza il 5 marzo 1981, discorso pubblicato nel 1984, si era occupato delle riviste di Mario Gori, citando i nomi prestigiosi dei collaboratori.
Alla "Soffitta" collaborarono e diedero la loro adesione le più illustri firme della cultura e del giornalismo italiani: Salvatore Quasimodo, Cesare Zavattini, Isa Miranda, Leonardo Sciascia, Bernardo Bertolucci, Alfonso Gatto, Alberto Bevilacqua, Renata Giambene, Paolo Grassi, Mario Petruccioni, Giuseppe Ravegnani, Giorgio Culatelli, Giacomo Etna, Piero Chiara e altri ancora. Tra gli scrittori stranieri René Char, André Frenaud, Angel Gonzàles, Erik Lindegren e Artur Lundkvist, Richard Hatley Chase, Edith Sitwll, Norman Mac Craig e Robert Conquest. Come dire: il più prestigioso panorama letterario dell'epoca.
"Il banditore sud", così chiamato perché portava la voce della cultura al letterato e allo scrittore, pubblicava articoli di letteratura e di teatro, panorami culturali dalle varie regioni d'Italia e offriva al lettore, e specialmente al poeta di provincia, un ampio quadro dei premi letterari che periodicamente venivano banditi nel nostro Paese. Era una guida fedele e sincera di ciò che si verificava in ogni angolo remoto d'Italia in un notiziario letterario efficace e di facile consultazione. Possiamo leggere nella presentazione del primo numero, gennaio 1961: "… ma il nostro sforzo é rivolto a dare un quadro quanto più completo ed esatto della situazione delle lettere e delle arti di oggi e ci rivolgiamo esclusivamente all'intelligenza e all'onestà degli intelligenti e degli onesti. I compromessi e gli accomodamenti, le camorre e le faziosità non troveranno posto tra queste pagine che non perderanno la fierezza degli ardori e degli entusiasmi di questo primo mattino. Banditori di varia umanità, vogliamo aprire una finestra sul panorama più ricco e più nobile del mondo: la letteratura e l'arte. Perché abbiamo ancora fede nella poesia. Perché abbiamo ancora nel cuore l'uomo".
La terza rivista, "Sciara", nasce nel mese di marzo 1965, e che altro non era che il messaggio di siciliani per tutti coloro che amano la Sicilia. Essa prendeva il nome "da un simbolo di perennità, la sciara etnea, arida in sé, ma capace di donare alla vita nelle sue prodigiose trasformazioni un fiore di bellezza e un sussurro di poesia".
A "Sciara" collaborarono con articoli e rubriche di una notevole levatura culturale, il filosofo Fortunato Pasqualino, il poeta Ignazio Buttitta, Santi Correnti, il glottologo Giorgio Picciotto, Francesco Granata, Francesco De Felice, Giuseppe Zagarrio, Mario Farinella, Bonaventura Tecchi.
Le copie delle tre riviste si trovano presso la biblioteca "Mario Gori" di Niscemi.
Nelle foto: Mario Gori con Leonardo Sciascia e Mario Gori con Leonida Rèpaci, scrittore, saggista, poeta, drammaturgo, pittore.
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.