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È morta anche lei, insieme al bambino che portava in grembo. I media ucraini stanno condividendo adesso una notizia che ci lascia angosciati.
Lei è "l'altra" donna dell'ospedale di Mariopol. Che, come la sua compagna, sperava di salvarsi, e di salvare, soprattutto, quell'altra vita dentro di lei. Come avrebbe fatto ogni madre.
"Uccidetemi" gridava, voce rotta dalla disperazione, pensando che il suo bambino - non lei, il suo bambino - sarebbe morto.
I medici hanno tentato di tutto, per salvare almeno una vita. Non ce l'hanno fatta, sono morti entrambi.
Sono morti a Mariapol, una Città dedicata alla Madre di Gesù. Credo e prego saranno adesso sotto la Sua protezione, al riparo del Suo manto.
Troppo lo sconforto per dire altro, nemmeno parole di vendetta. Solo, che questo crimine, il più grande tra tutti, non rimanga senza giustizia; e che non ci sia accordo di pace che risparmi a Putin e ai suoi generali il processo di una Corte internazionale.
Solo lacrime, e per chi può, preghiere.
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