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Mariano Sentina, “Il culto Mariano a Niscemi” Maria SS. del Bosco Patrona di Niscemi

rizzo

 Il dott. Mariano Sentina, ha conseguito la Laurea Magistrale nella Facoltà teologica di Sicilia dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa.

Una resi di Laurea che ha come sottotitolo "Aspetti Storici, sociali e antropologici".

L'argomento e di grande attualità e richiama alla memoria la grande personalità di Papa Wojtyla, che ha saputo, durante il suo magistero, dare linfa alla devozione, alla venerazione, all'atto di fede, alla ritualità di Maria SS, Madre di Dio e dei Santi che trovava grande riscontro in epoche passate: "L'impulso che Wojtyla ha voluto e saputo dare alle devozioni tradizionali, specialmente quelle a Maria e ai santi, ha reso definitivamente chiaro che le devozioni non muoiono con la modernità. Non solo: riappare una devozione al papa così potente da rasentare di nuovo una sorta di 'papolatria' per la corporeità di Wojtyla, quando, con il carisma del suo corpo giovane ed espressivo trascinava le folle di tutti i continenti e poi le coinvolgeva nella dolente partecipazione alla decadenza del suo corpo, esausto e moribondo. La fedeltà del papa polacco ai culti e alle devozioni tradizionali è stata spesso banalmente riferita al suo conservatorismo polacco, a una sorta di fissazione residuale, mentre con lui i culti non si limitavano a rivitalizzarsi e finivano per identificarsi con la sua stessa persona. I devoti che percorrevano le campagne e le città per incontrarlo in nome e sotto i vessilli della Vergine Maria partecipavano, essi stessi a un nuovo e vecchio culto", come possiamo leggere in un saggio di Emma Fattorini in

https://www.treccani.it/enciclopedia/devozioni-e-politica_%28Cristiani-d%27Italia%29/.

Mariano Sentina, nell'introduzione, analizza i cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni.

Affronta lo stato della società contemporanea, la fine delle illusioni create dal boom della ripresa post bellica, la disoccupazione, giovanile, soprattutto, e la ripresa

dell'emigrazione.

 Dati alla mano, con il profondo e veloce cambiamento della società anche la religiosità ha subito dei cambiamenti non indifferenti. Certo ogni anno si onora Santa Patrona, le Amministrazioni comunali, anche con investimenti di risorse, notevolmente inferiori, rispetto al passato, non mancano di organizzare i doverosi festeggiamenti.

Ma, come sottolinea l'Autore: "Quello che è stato sottovalutato e viene a mancare ancora negli ultimi anni è la spiritualità e l'aspetto liturgico che si vive in quei momenti, caratterizzati dalle processioni, con la banda cittadine e dalle celebrazioni eucaristiche. Le festività cristiane sono diventate passeggiate in piazza, giovani seduti davanti ai bar senza la voglia di relazionarsi, ma in cerca di 'mi piace', consensi, stati e post sui vari social. Sono pochi i cittadini che sanno cosa voglia dire quel senso di gioia, il divertirsi tutti insieme che la festa religiosa trasmette. Per sensibilizzare, educare le nuove generazioni ed ottenere un cambiamento, bisogna ritornare alle origini per conoscere il proprio passato, la propria storia e la propria appartenenza. Allora queste pagine vogliono essere impegno a riscoprire e a riproporre l'identità culturale e socio-religiosa della città".

Un impegno forte di cui Mariano Sentina, conosce i mezzi, le metodologie e il modo di proporsi per i lunghi anni trascorsi con gli scout e con i vari Grest estivi.

La tesi comprende tre capitoli: Religione popolare e culto Mariano, Origine e fondazione di Niscemi e Il culto Mariano del popolo niscemese.

Il primo capitolo si base sui "vari passaggi" della "Lumen Gentium", Luce delle Genti, è la seconda delle quattro costituzioni del Concilio ecumenico Vaticano II, risulta dotata di valore dogmatico. Fu emessa il 21 novembre del 1964 e promulgata da papa Paolo VI il 21 novembre dello stesso anno.

E lo mette bene in evidenza Mariano Sentina: "Ripercorrendo i vari passaggi della 'Lumen Gentium' dove si parla della Beata Vergine Maria, si vuole riformulare questo capitolo approfondendo i vari aspetti che mettono in risalto lo stesso documento. Maria fa parte della Chiesa, lo è in senso particolare e unico, è figura della Chiesa, è come una tavoletta incerata su cui Dio ha potuto scrivere con libertà tutto ciò che ha voluto e i fedeli di una precisa comunità la celebrano e si rispecchiano in Lei come modello, affidandosi e venerandola in tutto il suo splendore".

Il secondo capitolo "Origine e fondazione di Niscemi" che verte sul ritrovamento del "Sacro Velo", un dipinto con l'effige della Madonna con il bambino in braccia.

Su questo ritrovamento hanno scritto il canonico Rosario Dica, il prof. Angelo Marsiano ed il prof. Emanuele Conti . Tre storici che hanno analizzato, chi in chiave laica, chi in chiave religiosa questo portentoso avvenimento. Ma un fatto ci sembra chiaro, al di là delle opinioni che si possono avere sull'argomento.

E' stato questo evento che ha permesso a tanti poveri contadini, piano piano e con fatica, a popolare l'ex feudo Niscemi cambiando anche il nome in "Santa Maria del Bosco".

Il Terzo capitolo, "Il Culto Mariano dl popolo niscemese", mette in evidenza la difficoltà di reperire fonti storiche, da altro canto una situazione già denunciata sia da Disca che da Marsiano.

Ma sulla devozione dei niscemesi alla sua santa Patrona non ci sono dubbi: "Basti pensare all'uso di baciare o toccare con mano l'immagine della Madonna, intraprendere pellegrinaggi e processioni, camminare scalzi e offrire per l'occasione offerte e doni votivi, portare medaglie, gridare inni e radunare assemblee liturgiche nel mese di Gennaio, Maggio e Agosto; sono tutte espressioni che appartengono al popolo di Dio e esprimono la cultura dell'appartenenza". 

 

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