Hai rischiato di morire di solitudine, e di fame, per colpa nostra

Lei è Maria, un'anziana signora di 86 anni. Stava per morire di fame, e di solitudine anche in un piccolo centro nel quale tutti dovrebbero conoscersi.

Maria, dopo la morte del marito, è rimasta sola, nella sua casa di Afragola, due passi da Napoli. Un ombrello, quello del Vesuvio, protettivo per tutti, ma non per lei. Giorni passati senza riuscire a mangiar nulla, senza, da cardiopatica, assumere le medicine. Un'astinenza da depressione, e da bisogno. Maria sta per lasciarsi andare, l'ultima risorsa è la sola compagna della sua vita, quella fiction TV i cui protagonisti - Carabinieri - aiutano tutti. Tocca a me ora pensa lei, e compone il numero.

 Passano pochi minuti e suonano alla porta, sono loro. "Non mangio da 2 giorni, non ho preso le compresse, non sono riuscita nemmeno a riassettare" dice lei, un attimo dopo loro hanno già indossato un grembiule sull'uniforme. Si arrangiano col poco che c'è in frigo, un'insalata e una mela, per darle un po' di ristoro, ma la mano che si poggia sulla sua spalla accarezzandola è più importante di quel cibo.

Lei, più che a consumare il pasto, racconta la sua vita, loro sparecchiano, le lavano i piatti, mettono in ordine casa alla nonna. Un attimo dopo, contattano i servizi sociali. Si mettono il cappello, cambiano anche espressione. Ora spiegateci. Possibile che un'anziana rischi di morire d'inedia nell'indifferenza delle istituzioni?

 C'è poco da dire però. Siamo tutti coinvolti: non abbiamo imparato nulla, ieri dalla pandemia e ora dalla guerra, e dobbiamo dircelo per ripartire. Un grazie di cuore a questi splendidi ragazzi, all'Arma che c'è sempre fedele nei secoli, a pochi altri. Per il resto, la notte sembra piu fonda che mai. Che Dio ci aiuti.