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Lei è Margherita, quando a Roccaporena, castello ghibellino sperduto tra le nebbie a due passi da Cascia, si apprende che Antonio e Amata Ferri sono in attesa di una bimba, si grida al miracolo, i due sono anziani. Lei nasce, felicità. Sei bella come un fiore, il tuo nome sarà Margherita. Bisogna che ti sposi, guarda Paolo l'ufficiale. Ti renderà felice. Sì, come sempre, nella chiesetta di San Montano lui e Margherita si scambiano gli anelli. Giorni di festa, poi l'inferno. Paolo imbraccia le armi, perde il lume della ragione, Margherita perde lui, non ti riconosco più Paolo, posso solo pregare per te, così mi hanno insegnato. Giorni, anni. Rita, sai, ho sbagliato tutto, cos'è questa spada, ne faccio un aratro. Ti amo, educheremo insieme Giangiacomo Antonio e Paolo Maria. Si fa strada l'alba, torna la notte. Sei un traditore, ti uccidiamo. Margherita si precipita. Paolo, cosa ti hanno fatto. Grida, pianti. Maledetti, ti vendicheremo papà, l'urlo dei figli.
Giangiacomo, Paolo, morte chiama morte, Dio aiutali a perdonare, non permettere che le loro mani si insanguinino, piuttosto prendili con te. Ora sono sola, Lui li ha chiamati, Santa Maria Maddalena, a Cascia, desidero sia questa la mia casa, ormai ho riconciliato tutti, mi chiamerò Rita. Lo chiedo, Tu non puoi entrare qui. Tu, invece, puoi tutto, sei Tu che in piena notte, mi porti dallo "scoglio" di Roccaporena fin dentro le mura del monastero. Mi sembra di volare, ormai sono qui. Rita, annaffia quell'arbusto. Madre, ma è secco. Ubbidisci, sono la badessa, hai promesso rispetto. Sorelle, accorrete, quel legno ha ripreso vita. Preghiera, penitenza, digiuni, il poco cibo si lascia ai poveri. Venerdì Santo 1432, Gesù, desidero condividere tutto. Rita, hai qualcosa conficcato in fronte, sangue, la corona di Cristo guardatela, ha una spina in meno.
Sono anziana, malata. Ci sono api nere sul mio giaciglio, come le api bianche di cui mi hanno sempre parlato mamma e papà, quando sono nata, sulla mia culla. Sto per andare dall'altra parte, nella patria, è inverno, cogliete una rosa e due fichi nel mio orto a Roccaporena. Rita stai delirando. Vai. Sono qui, quelle rosse solo il candore dell'anima, piantatele qui. Io posso andare. La venerazione di Rita da Cascia da parte dei fedeli iniziò subito dopo la sua morte. Leone XIII, nel 1900, la canonizzò come santa.
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