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E' uscito, lo scorso mese di maggio, un interessante libro di Marco Politi, "La solitudine di Francesco", editore Laterza, con due sottotitoli che ne tracciano le dimensioni dei problemi che si sono posti all'attenzione, non solo italiana, in maniera drammatica, "Una Papa profetico. Una Chiesa in tempesta".
Marco Politi è lo scrittore e il giornalista "vaticanista" più importante a livello internazionale. Ha pubblicato diversi libri sui Papi che si sono succeduti dopo papa Luciani, Giovanni Paolo I.
Su Papa Francesco, nel 2015, scrive un primo libro, "Francesco tra i lupi. Il segreto di una Rivoluzione", che in un abstract di presentazione dell'opera la casa editrice Laterza così si esprime: "Ha spezzato l'immagine di una Chiesa matrigna, ha rifiutato la pompa imperiale, non conosce barriere tra credenti e non credenti, nessun pontefice europeo ha vissuto come lui la miseria degli emarginati, è vicino alle angosce di uomini e donne di ogni credo. È immerso nella modernità, pratica la tenerezza e la compassione. Ma in Vaticano crescono le resistenze ai suoi audaci programmi di rifondazione della Chiesa come la partecipazione dei vescovi al governo ecclesiale, l'inserimento di donne ai vertici decisionali, l'approccio nuovo a divorziati e omosessuali. Ripulire lo "Ior" [la banca vaticana n.d.r.) e le finanze vaticane è una fatica immane. L'episcopato italiano è un problema per il papa argentino. La rivoluzione è agli inizi: l'esito è incerto e il tempo non è molto. 'Francesco tra i lupi è la storia, mai raccontata prima, delle sfide nascoste alla rivoluzione di Bergoglio e dell'opposizione al papa più popolare dei nostri tempi, con particolari inediti sulla sua elezione' ".
Ed ora, questa ultima fatica di Politi, con attenzione e rigore, registra tutti gli avvenimenti che si sono succeduti in questi ultimi quattro anni.
Gli interventi pubblici di papa Francesco, sia con le encicliche sia con gli interventi nei sinodi sia, soprattutto con i giornalisti e le Comunità oramai creano scandalo. Interventi sulle coppie divorziate e il loro accostamento ai sacramenti; sui gay; e sul sesso tra marito e moglie afferma che deve essere "valore, non peso da sopportare".
Sul mondo del lavoro che non deve incoraggiare gli speculatori.
"Non basta più, dice, dare la giusta mercede all'operaio come chiedeva l'enciclica 'Rerum novarum' di Leone XIII nel 1891. E' indispensabile affrontare il nodo della produzione della ricchezza. 'Occorre chiedersi se il se il processo produttivo si svolge o meno nel rispetto della dignità del lavoro umano; se accoglie o meno i diritti umani fondamentali; se è compatibile o meno la norma morale'.
E alla classe politica il Papa indirizza un allarme: è indispensabile fissare limiti prima che le nuove forme di potere, derivate dal paradigma tecno-economico, finiscano per distruggere non solo la politica, ma anche la libertà e la giustizia' "( pag. 173).
Ha finito per scontentare tutte le forze reazionarie, e politiche, che, in un momento di ubriacatura collettiva, hanno finito per chiedere le sue dimissioni.
Marco Politi affronta questo argomento nel VI capitolo "Francesco dimettiti!" (pagg. 110 – 134).
Gli attacchi, programmati da tempo, esplodono il 26 agosto 2018, in occasione dell'incontro mondiale delle famiglie a Dublino. Viene messo nel circuito della rete la notizia di un documento, dell'ex nunzio apostolico negli Stati Uniti d'America, Carlo Maria Viganò, che denuncia la congrega di eminenze vescovili e cardinalizie di pedofili al traino del cardinale americano Theodore McCarricke e i "silenzi colpevoli", a suo dire, di papa Francesco che conosceva la situazione e, nonostante , aveva nominato McCarricke cardinale.
Il documento termina con questa invocazione: "In nome della tolleranza zero, papa Francesco sia il primo a dare il buon esempio a cardinali e vescovi, che hanno coperto gli abusi di McCarricke, e si dimetta insieme a tutti loro" (pag.111).
Il dado è tratto.
Si apre una canea di accuse contro papa Bergoglio con una violenza inaudita e mai verificatesi nella Chiesa cattolica.
A partire da questo momento si comincia a mettere in dubbio tutto l'operato del Papa argentino e le colonne portanti del conservatorismo vaticano hanno gioco facile a cercare alleati, poco rispettabili, sia nella politica, sia nel mondo della finanza e dell'economia.
Ma Francesco non arretra. Anzi! E usa parole durissime su quelle comunità cattoliche affascinate dalla xenofobia, dal sovranismo e le loro contraddizioni sulle problematiche dell'immigrazione.
E, a giusta ragione, Politi ricorda le numerose iniziative prese dal papa Bergoglio nei confronti degli immigrati, senza fissa dimore, dei clochard, dei poveri e degli emarginati italiani.
Quando papa Bergoglio fa costruire dei bagni e delle docce, all'interno delle mura vaticane, creò un certo malumore, soprattutto, tra gli "alti" prelati della curia romana.
"Per Francesco non esiste il 'povero' come categoria astratta. Esistono l'uomo e la donna con una faccia e una storia precisa. Magari un clochard che non sopporta di affidarsi a un'istituzione ma vuole lo stesso lavarsi ed essere pulito. E allora papa Jorge Mario Bergoglio gli offre una doccia all'ombra del palazzo apostolico e anche un barbiere. E lo invita in Vaticano a un concerto diretto dal maestro Daniel Oren o gli organizza una visita alla cappella Sistina come fosse un capo di Stato."(pagg. 167 – 168).
Fa una certa impressione leggere, come in un catalogo, tutte le libertà che si prendono certi "leoni da tastiera" affezionati del web, certi editoriali o vignette che cercano di ridicolizzare il Papa, per il timore che, dopo il "quasi" fallimento delle indicazione del Concilio Vaticano II, i semi di questo Papa possano lasciare tracce indelebili nella memoria e nella prassi collettive.
"Questo non è un pontificato nice, carino, è un pontificato drammatico in cui ci sono cardinali che attaccano il papa e atei che lo sostengono", ammette il gesuita padre Spadaro, fedele compagno di avventura" (pag. 214).
Viviamo una realtà globale di grandissimi cambiamenti. Bisogna fare delle scelte. E questo Papa, "venuto dalla fine del mondo", ha già fatto le sue!
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.