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Luis Sepúlveda, ci hai insegnato a liberare le ali

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Luis Sepúlveda, il più grande scrittore del Cile, uno dei più amati tra quelli viventi, un'icona della libertà. Fin dalla nascita, non una casa ma una camera d'albergo, rimediata all'ultimo dai suoi genitori, ricercati dalla polizia cilena. Come il nonno, nome di battaglia Ricardo Blanco, una condanna a morte, in Cile non si andava molto per il sottile. Se ami la libertà, ami il coraggio, l'avventura, il mare. Luis è un bambino, legge Cervantes, Salgari, Conrad, Melville, don Chisciotte, Sandokan e la grande balena. In Cile, libertà fa rima con socialismo, Luis il braccio destro alzato. Un militante, e che penna. Clarín, il primo libro, il premio Casa de las America è suo, il sogno per un giovane comunista è partire per Mosca.

 Quel ragazzo ha talento, ecco l'Università Lomonosov. Luis ama la libertà come una religione, non sopporta i russi, le loro regole insulse, e loro neppure sopportano lui. Espulso per "atteggiamenti contrari alla morale proletaria". Luis ha parlato con dissidenti, l'accusano. Di facciata ma tanto lo sanno tutti di quel flirt tra il giovane cileno e la bella moglie di un papavero rosso, nientemeno il direttore dell'Istituto Karl Marx. Luis, appena il tempo di rientrare in Cile per essere espulso ancora, anche dalla Gioventù comunista. Fa spallucce e parte per la Bolivia, combatte per ripararla. Torna in Cile, c'è Salvador Allende. Luis resta folgorato. Presidente, Io tra le sue guardie del corpo. Imbraccia di giorno un fucile, la notte la sua penna continua a far miracoli. Sul Cile scende il buio, Pinochet attacca, Luis Sepúlveda è nel palazzo presidenziale. Uccidono Allende, per lui l'arresto, le torture, sette mesi in cella, impossibile stare sdraiati o in piedi. Amnesty, liberatelo. Lo fanno e lo arrestano di nuovo, processo, condanna, ergastolo.

 Ce la fa. Paraguay, Ecuador, Nicaragua, Germania, Francia, Greenpeace,Spagna, Gijón fino al 27 febbraio 2020. Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, la frontiera scomparsa, incontro d'amore in un paese di guerra, le sue opere. Un inno perpetuo alla libertà, tutti in piedi ad applaudire il Maestro, anche quando non sanno neppure In quale parte del mondo si trovi. Luis Sepúlveda viene contagiato dal SARS-CoV-2. Avverte i primi sintomi di COVID-19 il 25 febbraio 2021, due giorni dopo viene ricoverato al Central University Hospital of Asturias di Oviedo. Il grande cileno è morto, il 16 aprile 2021 in esilio. O forse no, era Cittadino del mondo. Del mondo, alla fine del mondo, come il titolo del suo secondo libro.

 

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