Il diploma magistrale non è titolo abilitante, queste le conclusioni dell´adunanza plenaria del Consiglio di Stato che si è espressa su una questione al centro di un lunghissimo e tortuoso dibattito giurisprudenziale, culminato in decisioni totalmente contrastanti nel corso degli anni anche da parte del giudice di secondo grado.
Così è accaduto che migliaia di docent abbiano potuto iscriversi nelle graduatorie con il possesso di quel titolo, per poi anche in esito a procedimenti giurisdizionali conclusi si favorevolmente, essere assunti nei ranghi della pubblica amministrazione. Così come altri, sulla base di ordinanze cautelari del giudice amministrativo, anche di secondo grado. così come, per altro verso, molte altre migliaia si siano determinati, sulla base di quelle pronunce favorevoli, ad orientare la propria vita nella ricerca di quei titoli ulteriori, come il punteggio, riconosciuti validi ai fini dell´insegnamento, rectius di una migliore collocazione in graduatoria.
Adesso, però, la sentenza del Consiglio di Stato rischia di spazzare di un colpo le speranze, le aspettative e perfino le certezze di migliaia e migliaia di donne e di uomini in carne ed ossa con la politica e le istituzioni, che a fronte di una scarsa chiarezza delle norme, dovrebbero sedere sul banco degli imputati, che sembrano defilarsi.
Un ´intervento della politica risulterebbe quindi Certamente auspicabileed è, per l´appunto, quello che anche noi auspichiamo.
Pubblichiamo, intanto, una lettera diffusa da uno dei periodici più importanti del mondo scolastico, Orizzonte Scuola, alla cui redazione ha scritto Eleonora Santini, una delle vittime della pronuncia di Palazzo Spada. Eccola:
Qualche giorno prima della plenaria ho scritto alla vostra redazione facendo un appello ai giudici del consiglio di Stato a tutela della nostra categoria di Diplomati magistrali ante 2002, chiedevo ai giudici di avere coraggio.
Ad oggi possiamo dire a distanza di tempo da quel mio appello, che la sentenza che ha ribaltato completamente quello che ormai era l´orientamento giurisprudenziale positivo, ha dimostrato di essere una sentenza politica e non giudiziaria, un CdS che dopo aver per quattro anni accolto e supportato la tesi per cui i Dm hanno diritto alla Gae, improvvisamente come avesse un disturbo bipolare, smentisce se stesso dichiarando di aver sbagliato e che allo stesso tempo il ricorso doveva essere impugnato nel 2007, cosa smentita già in in precedenza dallo stesso organo con sentenze passate in giudicato.
Ora lo stesso consiglio di Stato nella sentenza, sostiene che i DM non hanno diritto alla Gae ma allo stesso tempo è giusto che i fortunati dm che hanno ottenuto del tutto casualmente una sentenza, abbiano il diritto di permanere nella suddetta graduatoria, mentre altri con gli stessi requisiti devono essere fatti fuori.
Quindi analizziamo il tutto, se si afferma che i DM non hanno diritto alla Gae, per quale motivo violando il principio di uguaglianza art. 3 cost. Italiana, tutti dm che non hanno sentenza, ma ordinanza cautelare, non hanno diritto alla permanenza in gae, mentre i colleghi fortunati con sentenza si´?
Anief ha dichiarato che procederà con richiesta di revoca della sentenza.
La cosa sconcertante a mio avviso è che tutto questo avviene a ridosso delle vacanze di Natalizie , pertanto noi dm non abbiamo passato un sereno natale e così le nostre famiglie coinvolte per forza di cose nel dramma che stiamo vivendo.
Fortunatamente abbiamo avuto messaggi di solidarietà da esponenti politici di diversi schieramenti membri di destra, membri del partito cinque stelle, membri del PCI, solidarietà da parte dei colleghi precari delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ma quello che più ci fa riflettere è il fatto che membri dell´attuale governo non solo, non hanno lanciato un messaggio di solidarietà verso di noi, ma addirittura sui social network hanno manifestato soddisfazione con parole sprezzanti contro quei politici che hanno comunicato la loro solidarietà verso un intera categoria che da sempre tiene in piedi la scuola primaria in questo Paese, falsificando dati, giocando con i numeri dichiarando che la questione coinvolge solo 6000 docenti, dati non reali, dato il fatto che esiste una media che va da 5 a 15 docenti diplomati magistrali per ciascuna scuola di questo paese, si tratterebbe di numeri molto alti e sarebbe il più grande licenziamento di massa nella storia del pubblico impiego!
Nessuna certezza da parte del ministero dell´istruzione, nessuna nota ufficiale che garantisce che l´anno scolastico verrà portato a termine, una situazione che ha dell´incredibile in un paese che si professa democratico. Sappiamo che per avere una democrazia è necessario che il potere giudiziario sia indipendente dalla politica, sappiamo che in un paese democratico, la scuola deve essere valorizzata poiché fulcro della società e specchio del paese, sappiamo anche che non si può fare politica seria senza dialogare con i cittadini ed i lavoratori, in questo caso ciò non sta avvenendo.
Il partito al governo non intende dialogare con il mondo della Scuola e nel caso concreto con la categoria dei diplomati magistrali, questo ormai è evidente, non si possono prendere le difese di una categoria di docenti come i laureati in scienze della formazione primaria a discapito di un´ altra categoria, non è serio e non ci aspettiamo questo dalla politica e dal governo che deve tutelare tutti i cittadini. Una politica seria deve trovare soluzioni ai problemi sociali importanti, non si possono mettere alla porta 30.000 lavoratori, la maggior parte dei quali vanta anni ed anni di precariato.
Riprendo una frase detta da un grande sindacalista in seguito alla sentenza in questione "cancellando nomi da una graduatoria, non si elimina il precariato" ed io aggiungerei "falsificando dati e fingendo che il problema abbia entità minore, non si risolve il problema". Ad oggi credo che questo governo debba dare un segnale forte ai diplomati magistrali, un messaggio di solidarietà a questi docenti, come hanno fatto altri politici, mi appello alla ministra Fedeli a nome di tutti i colleghi, prima del nuovo anno ci dimostri che questo governo non è più contro la categoria dei diplomati magistrali, ma che si prenderà carico di questo problema sociale che coinvolge tantissimi docenti in servizio nelle scuole italiane!
Ai colleghi con i quali ogni giorno parlo e mi confronto, vorrei dire che sono solidale con loro, che stiamo passando un momento difficile, forse il più difficile, ma che sicuramente uniti come siamo in questi giorni forse finalmente ne usciremo fuori, molti politici hanno espresso solidarietà e così tanti colleghi, abbiamo I nostri familiari accanto e credo a mio avviso che il problema sta emergendo e non saremo ma più invisibili come siamo stati nell´ultimo decennio!