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Leo Buscaglia, “Vivere, Amare, Capirsi” “Il Professore dell’Amore”

rizzo

 Leo Buscaglia (1924-1998) è stato un docente amato da intere generazioni di studenti statunitensi che lo avevano definito "Il professore dell'amore, e nell'anno scolastico 1969-1970 l'hanno eletto, "L'insegnante più popolare dell'anno".

Il prof. Buscaglia fu il primo ad istituire un corso universitario negli Stati Uniti incentrato sul tema dell'amore come elemento unificatore in diverse culture e religioni.

E negli Anni Ottanta le sue "Lezioni d'Amore" furono trasmesse dalla televisione pubblica americana riscontrando un notevolissimo successo.

Ma Buscaglia non fu solo un bravissimo insegnante. Fu anche autore di numerosi libri: "Amore", "La coppia amorosa", "La cucina dell'amore", "Nati per amare", "La via del toro", "Autobus per il paradiso" …! Tutti libri tradotti in numerose lingue e che hanno riscontrato un notevolissimo successo.

È stato autore di numerosi bestseller sull'educazione e sull'amore, tradotti in oltre una dozzina di lingue.

E' stato ristampato, lo scorso anno, edizioni Mondadori, un libro del 1984: "Vivere, Amare, Capirsi". Un libro che dopo la lettura ognuno di noi ha la percezione di prendere atto di emozioni, pulsioni, sentimenti che, ne siamo certi, ognuno si portava dentro ed era in attesa, che prima o poi, affiorassero alla sua superficie.

Il libro contiene dodici conferenze e che si occupano dell'essere umano, dei suoi sentimenti e dei rapporti con il prossimo.

E' importante leggere la premessa di Leo Buscaglia per contestualizzare le conferenze: "Secondo Nikos Kazantzakis gli insegnanti ideali sono quelli che si offrono come ponti verso la conoscenza e invitano i loro studenti a servirsi di loro per compiere la traversata; poi, a traversata compiuta, , si ritirano soddisfatti, incoraggiandoli a fabbricarsi da soli ponti nuovi. Le varie conferenze raccolte in questo volume rappresentano ponti di questo genere: sono semplicemente idee, concetti sentimenti che io ho condiviso con gioia. E le ho tenute con l'intesa che potevano essere accettate, acclamate, ignorate o rifiutate. Non aveva importanza. Ora le ripeto, qui, per chi non le ha ascoltate la prima volta e per qualcuno che forse desidera riascoltarle. Sono lieto di aver comunicato queste idee e ancora piuttosto impressionato dal fatto che migliaia di persone siano state disposte ad ascoltarle. Per me rappresentano dieci anni esaltanti di evoluzione e di partecipazione. In retrospettiva non ho rimpianti e so che, bene o male, ne verranno delle altre, perché sono deciso a continuare a costruire ponti". Profetico, questo scrittore, che continuò a costruire ponti fino all'ultimo. Ponti di cui, mai come oggi, c'è un bisogno immenso tra opposte tendenze, su qualsiasi argomento, che una volta, al di là delle proprie opinioni, si riusciva a trovare una sintesi, mentre oggi si affida alla violenza più becera dell'uno contro l'altro armati. 

 "L'amore modifica il comportamento", un capitolo fitto di esempi positivi, di riferimenti letterari e scientifici, sul dolore per le guerre, in quel periodo erano in atto guerre sanguinosissime nel sud est asiatico, e con uno sguardo alle tragedie del passato. Immensa la citazione della tragedia di Medea: "Ricordate la battuta di quella splendida tragedia, quando tutto è perduto e l'oracolo le chiede: <<Medea che resta? Tutto è distrutto, tutto è finito>>? E Medea risponde: <<Che resta? Resto io>>! Che donna! <<Come sarebbe a dire, che cosa resta? Resta tutto. Resto io>>. Quando riconoscerete l'importanza del rispetto per voi stessi. Quando riconoscerete che tutte le cose provengono da voi stessi, allora potrete dare agli altri. Ciascuno di voi potrà creare un nuovo se stesso. Se non vi piace l'ambiente nel quale vivete, cancellatelo e fatevene uno nuovo. Se non vi piacciono i personaggi con i quali avete che fare. Sbarazzatevene e ricominciate con altri. Ma dovete farlo voi. Ed è tutto vostro. Benissimo, questa è la cosa numero uno. E se non avessimo detto altro che questo sarei egualmente convinto con tutto il mio cuore di avervi dato qualcosa: un ritorno a voi stessi" (pagg.28/29).

Ci rendiamo conto che una recensione non può contenere tutto, soprattutto, quando ci si trova davanti ad un libro che ci conduce per mano verso il "dentro di noi".

I restanti 11 capitoli si muovono tutti in forma dialogica sul metodo "della maieutica socratica" sulle nostre inusitate scoperte; "Diventate voi stessi"; "Dov'è la luce (la ricerca dell'io)"; "Ciò che è essenziale e invisibile all'occhio"; "Ponti non barriere"; "L'arte di essere pienamente umani; i bambini di domani"; "L'intimo voi"; "Scegliete la vita"; "Insegnare la vita"; "A proposito dell'amore"; L'io che sconfigge se stesso".

E per concludere un'ennesima citazione sugli insegnanti: "Le idee lesionistiche le impariamo a scuola, non soltanto a casa. Di recente ho parlato con un bambino. Il dialogo si è svolto così: <<Questo non sono capace di farlo>>. Ed io ho chiesto: <<Come fai a saperlo? E Lui: <<Perché sono stupido>>. Allora io ho detto: <<Come fai a sapere che sei stupido?>>. Perché me l'ha detto l'insegnate>>" (pagg. 251/252).

 

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