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La Scuola non tratta: nei luoghi di Montalbano, docenti in campo per i diritti e contro lo sfruttamento

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 Si chiama "Tratta" e coinvolge 1 milione di persone in Europa, di cui il 70% donne, e circa il 25% minori. Un affare per le mafie, secondo solo al narcotraffico. Sfruttamento sessuale e lavorativo, le declinazioni più comuni. Il primo coinvolge quasi sempre  le donne,  soprattutto le nigeriane. Il secondo, più donne che uomini, quasi sempre ma non solo straniere. Costrette, in alcuni casi, a ritmi di lavoro massacranti, che cominciano all'alba e si concludono al tramonto. In tutti i settori, dalle fabbriche, ai laboratori, agli esercizi privati, primi tra tutti quelli legati all'intrattenimento, alla ristorazione e all'ospitalità, e poi, le campagne, il punto forse più alto dello sfruttamento. Padroni e caporali. Festini agricoli. Anziani ed agricoltori che, in molte aree del paese, si accompagnano a ventenni, trentenni straniere. Costrette a subire quasi sempre senza poter denunciare. Quasi sempre nell'indifferenza, e nella scarsa attenzione delle istituzioni. Una emergenza della nostra epoca, particolarmente rilevante nei luoghi degli sbarchi, in primis il sud-est della Sicilia, il ragusano  divenuto celebre in tutto il mondo per la bellezza dei suoi paesaggi che fanno da sfondo  alle serie  del commissario Montalbano. Ma che, al contempo, insieme ad altri territori, dal Nord al Sud passando per il centro, perchè nessuno è immune da questa piaga, si trova ad affrontare anche queste grandi contraddizioni. Un territorio sano, un'economia fatta di coraggio, intraprendenza, fatica, costretto però a fare i conti con i comportamenti, illegali e moralmente abbietti, di chi vivece lucra sullo sfruttamento, alimentando una ingiustificata disistima nei confronti di un territorio per lo più sano, e distorcendo ancge il mercato, pregiudicando le imprese pulite. Responsabilità che chiamano in causa tutti, dagli enti pubblici, alle chiese, alle agenzie educative. Si tratta di far capire l'attualità di un fenomeno che umilia persone, coscienze, comunità, che fa diventare  il lavoro non strumento di dignità  e di liberazione ma luogo di oppressione e di discriminazione, di educare soprattutto i più giovani a comprendere il marcio che c'è nel sistema, di incoraggiare le autorità preposte ad intensificare i controlli senza occhi di riguardo per nessuno, a costo di chiudere tutto quello che si alimenta dello sfruttamento delle persone. Perchè se un'attività economica, qualunque essa sia, sopravvive grazie a questo, meglio che chiuda subito i battenti. 

La scuola può far tanto, soprattutto per sensibilizzare, far conoscere un fenomeno per lo più sommerso, diffondere modelli virtuosi.

Le scuole in rete della Citta di Vittoria lo hanno capito. Ed hanno capito che qui,  proprio  in quest'ambito, bisognava cominciare ad investire conoscenza e cultura.  Le armi della scuola, quelle  che, negli anni delle stragi si sono mobilitate per contrastare lo strapotere mafioso,  e che adesso, all'epoca delle stragi del mare  e nei luoghi di lavoro,  possono consentire a tutti di vincere questa battaglia di civiltà. Detto, fatto. È così ripartito venerdì 18 Ottobre, la II EDIZIONE DEL CORSO DI FORMAZIONE "Questioni di Genere - La scuola non tratta" promosso dall'I.C. "San Biagio" di Vittoria in Rete con: I.C. "Portella della Ginestra" - I.C. "L. Sciascia" - I.I.S. "G. Mazzini" - I.I.S. "E. Fermi" - Dir. Didattica "G. Rodari".

Finalità, la promozione della pedagogia di Genere intesa come una nuova civiltà di relazioni tra i sessi improntata al rispetto della differenza, oltrechè la conoscenza del fenomeno della Tratta nei suoi diversi aspetti e anche di fornire materiali didattici necessari per affrontare l'argomento nell'ambito disciplinare.

Un corso frequentato da centinaia di docenti. Un bel risultato e riconoscimento che è prova del gradimento, presso i docenti, delle tematiche affrontate, reso possibile grazie alla sensibilità e lungimiranza di sei illuminate Dirigenti, Antonia Maria Vaccarello, Giuseppina Spataro, Daniela Mercante, Emma Barrera, Sara Costanzo, Fabiana Bordieri. Lo scorso Aprile hanno sottoscritto un accordo di rete che vede impegnate le scuole che dirigono a promuovere due anni di formazione, per rendere possibile il lavoro di prevenzione e di costruzione di relazioni di civiltà improntate al rispetto della "differenza" con un approccio trasversale al tema del genere che può essere fatto proprio in tutti i campi disciplinari e può essere assunto da docenti di tutti gli ordini scolastici.

Ospiti del primo appuntamento del 18 Ottobre, Giornata Europea contro la tratta, aperto da un calorosissimo messaggio augurale del nuovo Provveditore agli studi di Ragusa, l'Avv. Viviana Assenza, che ha esaltato l'importanza anche etica dell'iniziativa, sono stati Stefania Prandi, giornalista d'inchiesta che ha presentato il suo libro "Oro rosso", un reportage sulle donne che raccolgono e confezionano il cibo che arriva sulle nostre tavole. Stefania Prandi ha parlato delle vite delle molte lavoratrici che i media ignorano: la sopravvivenza quotidiana, la resistenza alla violenza, il coraggio delle denunce che, malgrado gli sforzi, cadono nel vuoto. 

Sono intervenuti anche l'Avv. Piero Gurrieri, direttore editoriale di "Reti di Giustizia" e già Vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, che ha delineato dal punto di vista normativo il quadro della disciplina legislativa contro la tratta degli esseri umani, sottolineato il ruolo dalla Scuola, indicato cosa nella Scuola si può fare; il Segretario generale della CGIL Ragusa Dott. Giuseppe Scifo, un sindacalista giovane, determinato e preparato, che ha parlato di assolvimento dell'obbligo scolastico negato per molti bambini del territorio che non sono censiti perché anche loro considerati invisibili; e Don Beniamino Sacco, che qui tutti conoscono, che lavora 20 ore al giorno a fianco degli stranieri, Dei diseredati, di chi non ha nulla, e che ha sottolineato il dovere dell'integrazione, e che ha anche detto, a chiare lettere e senza mezzi termini, che spesso la legge è ingiusta, ed in quel caso si è appellato all'obiezione di coscienza. E in effetti, come ha sottolineato Gurrieri, il decreto Sicurezza ha in molti punti peggiorato l'attuale disciplina, eliminando alcune forme di tutela soprattutto nei confronti delle donne nigeriane. È intervenuto il Prefetto Dott. Filippo Dispenza, attuale commissario  al comune di Vittoria, che ha sottolineato l'importanza dell'iniziativa e si è congratulo con le Scuole in Rete per il percorso formativo promosso.

Una bella giornata, all'insegna della riflessione, dell'analisi e del confronto, intrattenuta anche da una commovente riflessione di Eliana Giudice, imprenditrice, nei momenti liberi attrice, e già presidente della locale associazione antiracket, che ha letto brani di testimonianze preziose.

 E nel cui corso è stata anche ricordata Xelef, la coraggiosa paladina dei diritti delle donne curde uccisa la scorsa settimana, il cui percorso di vita l'avv. Gurrieri ha voluto ricordare a conclusione del suo intervento: "Addio Havrin Xelef, Ti chiamo con il Tuo nome originale, non con quello europeizzato. Si sono celebrati i Tuoi funerali, e, da lontano, dall'altro capo del mondo, quello tranquillo, sereno, comodo, Ti rendo onore. Ti rendo onore per la forza della parola e della scrittura, che come diceva un grande italiano, Paolo Borsellino, è più tagliente della lama affilata un coltello. Ed infatti così ti hanno considerata i tuoi avversari, ai quali non sono mai piaciute le donne, e massimamente quelle combattenti, impegnate per i diritti delle loro sorelle e del loro popolo. Tu hai cercato diritti e democrazia, hai ricevuto in cambio prima le offese, poi lo stupro, quindi le pietre della lapidazione. Ti hanno fatto scendere dalla tua auto, ed è stato l'inferno. Ma Tu sei già nell'empireo delle grandi anime, e come tutti gli eroi, donne ed uomini, il Tuo ricordo sopravviverà nei cuori, nelle braccia di quanti lottano per l'autodeterminazione, per i diritti e per la Libertà in tutte le parti del mondo. Uomini e donne. Istruiti ed analfabeti. Perché tutto possono fermare i maiali ma non le idee. Tutto possono violentare, ma non il coraggio di chi conosce la forza delle proprie ragioni. Addio, Hevrin, dolce sorella".

Adriana Minardi - docente IC "San Biagio"

 

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