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La poesia e la cultura come psicoterapia Per sconfiggere le fragilità umane

rizzo

 È un periodo questo in cui sembra che tutto sia irrisolvibile.

Passata la bufera del Covid19; sopraggiunge la guerra, ai limiti di casa nostra; la povertà aumenta, come la disoccupazione che coinvolge milioni di giovani e di lavoratori che stava per assaporare la tanta agognata pensione.

Altro che ripartenza!

Altro che rinascimento!

Ma sarà poi vero che siamo incapaci di reagire davanti a difficoltà veramente insormontabili?

Negli ultimi mesi mi è stato regalato un libricino, "Dalla psicoterapia alla Poesia", a cura di Giuseppe Raniolo, edizioni Novecento, che mi ha fatto capire quanta bontà racchiude il vecchio detto "Il bicchiere è mezzo pieno", in contrapposizione a "Il bicchiere è mezzo vuoto".

Il libro racconta un Laboratorio di Poesie, portato avanti, con amore e passione, e con tanta professionalità dal Gruppo di Poeti Associati nato nell'ambito dei laboratori del Dipartimento di salute mentale di Catania, con il coordinamento del dr. dell'Asp di Catania Giuseppe Raniolo. Laboratorio svoltosi tra il 2017 e 2018.

Uno dei tanti Progetti per la tutela dalla salute mentale in età adulta con disturbi gravi, persistenti e complessi.

Ma di cosa parlano queste poesie? Lo spiega benissimo il direttore generale dell'Asp di Catania, dott. Maurizio Lanza: "Nelle poesie dei Poeti Associati si incarna, ancora una volta, quel binomio, delicatissimo, di arte e fragilità umana. Vi troviamo la quotidianità e la sofferenza, il dolore e la fatica, le relazioni e la solitudine di ciascun poeta; ma emerge anche il metodo di lavoro e il senso di una ricerca, la passione e la creatività degli operatori del laboratorio di Poesia". Il libretto contiene 37 poesie, tutte anonime, una più di interessante dell'altra. Ne ho scelto una per motivi di spazio.

La Poesia È

L'infinito / Delle parole, / Dei pensieri / Delle idee / preghiera e scoperta / Ricordo e nostalgia / Gioco e ristoro / Crescita e contatto / La poesia e l'altra aria che ci dà

respiro.

 Contemporaneamente, per qualche mese, ho collaborato alla rivista "Punto di vista", un periodico interno alla Casa Famiglia LED di Niscemi che ospita 20 persone effetti di disturbi psichici.

Una rivista che pubblica una serie di articoli, frutto di alcuni laboratori, ad ampio spazio sugli avvenimenti di attualità, di storia, di memoria, di sport, di cucina, di Eventi e anche di poesia, con ricche citazioni di testi di Alda Merini, diventata il loro idolo.

Grazie a Pino Stimolo, esperto di cucina, e impegnato, a livello regionale con Slow Food, ogni mese si pubblica una succulenta ricetta culinaria.

La responsabile della struttura, dott.ssa Larissa Rizzo, si sofferma, nel primo editoriale della Rivista, sul "Potere della scrittura" di "… uomini e donne alla ricerca di se stessi in equilibrio col mondo…e che hanno scelto di raccontarsi, di raccontare, di ricordare, di informare, in un'avventura da neo giornalisti per caso che dir si voglia, Attraverso il potere magico delle parole, spero potranno approcciarsi ad un mondo nuovo di comunicare, di relazionarsi, di interrogarsi, alla scoperta di nuovi orizzonti, di nuovi imperfetti linguaggi, specchio di percorsi tortuosi, spezzati o interrotti".

La Rivista ospita anche delle riflessioni di medici che si occupano delle varie problematiche legate a questa malattia che si prestano a delle riflessioni importanti per il personale responsabile dei laboratori.

 Un'altra Rivista che affronta una serie di problematiche solidali legate al mondo del volontariato, è "VDossier" pubblicata dai Centri di servizio per il volontariato di: Abbruzzo, Bologna, Lazio, Marche, Messina, Milano, Padova-Rovigo, Palermo e CSVnet.Lombardia.

Una rivista ricchissima di argomenti e di informazioni sui vari laboratori.

Sul numero 1 di quest'anno, si pubblica un'interessantissima esperienza di un Laboratorio di poesia: "Quelle rime che annullano le sbarre". La poesia entra dentro le carceri.

I due laboratori si sono svolti nella casa circondariale di Montacuto, frazione di Ancona, e l'altro nella casa di reclusione di Barcaglione, istituto di custodia attenuata.

Gli incontri hanno il titolo di "Ora d'aria, laboratorio di poesia per detenuti".

Si tratta di incontri interessantissimi che vedono decine di volontari dialogare con i detenuti. Un incontro "tra parola e dimensione solidale e sociale si fa immediato, non filtrato, diretto".

Dopo il primo approccio avvengono gli incontri con poeti, scrittori capaci di mettere a loro agio i detenuti che cominciano a riflettere sulle modalità poetiche.

Il poeta Aldo Nove, nel suo incontro, ha spiegato ai detenuti quale deve essere lo stato d'animo, prima di mettersi a scrivere versi.

"Per mettervi in collegamento, dovete porvi come se parlaste al bambino che è dentro di voi".

Consiglio che trova riscontro in tanti detenuti che cominciano a dialogare.

E a scrivere: "Ho tanta voglia di parlare, mi basta una parola d'affetto per sentirmi improvvisamente come quando ero piccolo".

Ed un altro: "Ancora riesco a stupirmi, anche in cella, i miei sentimenti d'improvviso si svegliano, come da bambino".

 

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