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La trilogia di un magistrato scrittore tra storia e noir

rizzo

 Rocco Cosentino, nato a Taurianova, nel 1974, dopo la laurea in giurisprudenza, nel 1996, entra in magistratura, nel 1999. Lavora presso la Procura di Reggio Calabria, Direzione distrettuale antimafia. Attualmente presta servizio presso la Procura della Repubblica di Palmi.

Nel 2011 pubblica il suo primo romanzo "Niente di cui pentirsi", Editore Pellegrini (collana La ginestra. Large).

È un romanzo ambientato a Solaria, una qualsiasi cittadina di una qualsiasi regione del nostro Mezzogiorno, dove tutto si svolge nella più completa normalità. Una normalità che viene improvvisamente interrotta da una serie di delitti, di cui non si riesce a capire, di primo acchito, l'origine e gli eventuali intrecci.

Ne verranno a capo un giovane Commissario ed il suo valente collaboratore.

Come negli altri due romanzi, alla fine, la battaglia dei due funzionai di polizia, si scontra con la burocrazia e con la diffidenza dei loro superiori gerarchici.

Nel 2013 esce il secondo romanzo "Succede tutto per caso", Editore Pellegrini (collana La ginestra. Large) seconda della tetralogia del "male necessario".

Rocco Cosentino, durante la presentazione di questo libro a Reggio Calabria ne spiega i tratti fondamentali della trama: "L'omicidio di un ragazzo perbene, pur lasciando nell'indifferenza assoluta i suoi concittadini, scuote la coscienza di un freddo e spietato assassino che, guidato da una propria morale e da una particolare visione della giustizia terrena, inizia un lungo viaggio nei più reconditi meandri della psiche umana. Una giovane donna, alle prese con la sua prima esperienza di rilievo da pubblico ministero, è costretta a combattere contro i pregiudizi maschilisti prima ancora che contro gli autori di una lunga scia di sangue.

L'indagine penale sarà quindi il pretesto per esplorare la vera essenza della società moderna che, dietro una facciata perbenista, nasconde, tra i gangli delle istituzioni piuttosto che nel sottobosco della criminalità organizzata, la sua vera anima corrotta e malata.

Alla fine uscirà trionfatore soltanto colui il quale avrà reso vera giustizia, non attraverso gli ipocriti schemi formali delle leggi ma grazie al perseguimento dei propri ideali e all'insegna dei veri valori che ormai tutti disconoscono".

 Nel 2015, sempre con la stessa Casa editrice, Luigi Pellegrini, Rocco Cosentino, dà alle stampe il suo terzo romanzo, "L'eloquenza del silenzio", chiudendo la trilogia del "male necessario".

<<Como, Località Monumento ai caduti, ore 6.00 del 23 maggio 1945

Erano disposti su tre sedie, sul Lungolago, di schiena, così com'era stato stabilito nella sentenza emessa in data 22 maggio dal Tribunale Militare di Guerra.

Al centro l'ex questore di Como della Repubblica sociale italiana (RSI), colonnello Lino Pallotta, ai suoi lati, rispettivamente a destra e a sinistra, due funzionari di PS, Gustavo Marletta e Giovanni Barbuto>>.

E' l'inizio di 340 pagine che prendono il lettore fino alla fine.

E arrivati alla fine non sarà facile stabilire se si tratta di un romanzo storico, giallo, noir, poliziesco.

Storico di sicuro. Infatti la fucilazione di cui si parla all'inizio del romanzo appartiene ad una delle tantissime pagine drammatiche della nostra storia recente. La fucilazione di alcuni dirigenti e commissari della polizia politica di Como che avevano fatto stragi di partigiani e di inermi cittadini

Giallo potrebbe essere anche questa una definizione corretta, in quanto narra storie poliziesche.

Così come possiamo parlare anche di noir per gli episodi, violenti e truci, di cui si occupa.

E sicuramente potremmo parlare anche di altro.

 La trama si svolge in un costante flashback raccontando episodi, capitolo dopo capitolo, che si riferiscono alla storia del dott. Gustavo Marletta, giovane calabrese di Palmi, vice commissario aggiunto della Polizia di Stato e capo dell'ufficio politico, dirottato, il 1° settembre 1944 alla Questura di Como, ancora fresco di matrimonio con Enrica, rimasta a Palmi.

Durante il primo viaggio da Palmi a Como, incontra una suora che, su assist di Giovanni non esita a parlare della castità, non più praticata dalle donne e dagli uomini di chiesa e della pedofilia nelle parrocchie.

In una altro tragitto, Roma-Milano un finto magistrato, millantatore e di buona famiglia, riversa sulla magistratura tutti i luoghi comuni, certo anche alcune verità, di cui, di cui sentiamo parlare quotidianamente nei bar e nelle pubbliche piazze.

Ma come andrà a finire questa storia?

Per essere in sintonìa con il titolo, "L'eloquenza del silenzio" non sarò io a dirvelo. Anche per non togliervi il piacere della lettura di un libro che, credetemi, abbiamo riletto con immutato interesse.

 

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