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Pone in essere una condotta negligente il difensore che non verifica l'effettivo termine di opposizione al decreto ingiuntivo. Un onere, questo, che incombe sul professionista anche quando il cliente gli consegna il decreto ingiuntivo senza "busta" della notifica.
Questo è quanto ha ribadito il Consiglio nazionale forense (CNF) con decisione n. 135 del 7 luglio 2021 (fonte https://www.codicedeontologico-cnf.it/GM/2021-135.pdf).
Ma vediamo nel dettaglio la questione.
I fatti del procedimento disciplinare
Il ricorrente è stato destinatario della sanzione disciplinare della sospensione dall'attività professionale per due mesi:
Il ricorrente impugna la decisione per genericità degli addebiti e per la loro infondatezza. A suo dire, infatti, le attività professionali sono state compiute e il cliente è stato debitamente informato, nel corretto adempimento del mandato (art. 26 C.D.F.) Inoltre, nel caso di specie, la parte assistita, secondo il professionista, non ha subito un pregiudizio imputabile alla sua condotta. Ad avviso del ricorrente, infatti, la provvisoria esecutorietà del decreto ingiuntivo:
Dette circostanze, a parere del ricorrente, dovrebbero condurre, se non all'accoglimento dell'impugnazione della decisione, quanto meno alla riduzione della sanzione.
La decisione del CNF
Il CNF fa rilevare che nella fattispecie posta alla sua attenzione, la negligenza del ricorrente non viene meno in base alla circostanza che il decreto ingiuntivo sia stato consegnato senza "busta", in quanto onere dell'avvocato, nel rispetto dell'obbligo di competenza, sarebbe stato quello di accertarsene utilizzando la diligenza dovuta. Nel caso in esame risultano provate:
Secondo il CNF, pertanto, sussiste la responsabilità disciplinare del ricorrente. Ciononostante l'impugnazione di quest'ultimo va accolta in merito alla richiesta di riduzione della sanzione irrogata. E ciò in considerazione del fatto che risulta incontestato che il cliente abbia subito la esecutività del decreto ingiuntivo e la conseguente procedura esecutiva immobiliare i) perché l'opposizione non era fondata su prova scritta né era di pronta soluzione, ii) per le precarie condizioni economiche delle parti, iii) per la preesistente segnalazione a sofferenza del cliente presso la Centrale Rischi Banca d'Italia.
Alla luce delle considerazioni sin qui svolte, con riferimento ai criteri di cui all'art. 21 commi 2/3/4 del codice deontologico forense e stante l'assenza di un rilevante pregiudizio per il proprio assistito, nonché stante la concorrente negligenza del cliente che era già stato segnalato a sofferenza presso la Centrale Rischi Banca d'Italia (circostanze, queste, che avrebbero, in qualche modo, condizionato la corretta esecuzione della attività professionale), ad avviso del CNF, la sanzione impugnata va attenuata in quella meno grave dell'avvertimento.
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Il mio nome è Rosalba Sblendorio. Sono una persona estroversa e mi piace il contatto con la gente. Amo leggere, ascoltare musica e viaggiare alla scoperta delle bellezze del nostro territorio. Adoro rigenerarmi, immergendomi nella natura e per questo, quando posso, partecipo ad escursioni per principianti. Ho esercitato la professione da avvocato nel foro di Bari. Per molti anni ho collaborato con uno Studio legale internazionale, specializzato in diritto industriale, presso il cui Ufficio di Bari sono stata responsabile del dipartimento civile e commerciale. Mi sono occupata prevalentemente di diritto civile, diritto commerciale e diritto della proprietà intellettuale.