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L´Avvocato Clochard o delle diseguaglianze: una riflessione di Ciro Sasso

L´ultimo rapporto Oxfam, che ci ha segnalato tra le altre cose che gli otto multimiliardari più ricchi del mondo hanno un patrimonio pari a quello del 50% più povero del pianeta, ha riportato alla ribalta un tema troppo spesso sottovalutato. Le diseguaglianze.
Come sottolineato alcune settimane fa, i dati della distribuzione del reddito diffusi da Cassa Forense nel suo ultimo report ha fatto abbandonare il luogo comune, ancora radicato, di un mondo forense fatto di privilegiati professionisti che da nord e sud possono permettersi un tenore di vita inaccessibile.






Le diseguaglianze non riguardano solo il reddito presente, ma le condizioni di accesso, le chances reali di lavoro e le aspettative future, comprese quelle di una serena vecchiaia, legata anche a forme di previdenza reali e legate ai costi della vita.
Da qui e dalla conseguente necessità di interventi riformatori urgenti è nata una protesta forte di movimenti tra i quali Nad, uno dei cui dirigenti, l´Avvocato Ciro Sasso, ha scritto una riflessione assai significativa che andrebbe letta da tutta l´Avvocatura e che noi della redazione ci sentiamo onorati di proporre:

E´ stato/a il fantasma della notte; ha pernottato all´esterno del palazzo di Giustizia di Napoli, spesso claudicante ed invisibile.
E´ quello/a che l´avvocatura d´elite ha definito "avvocato clochard" e con innumerevoli altri appellativi. E´ quello/a che da amorfa e trasparente figura forense è diventato/a, solo in occasione della manifestazione di NAD, uomo/donna in carne ed ossa agli occhi disattenti di colleghi e colleghe. L´avvocato clochard è quello/a che vive di strada nella strada, il/la collega che incontriamo ogni giorno nello spasmo della routine, l´assiduo/a habitué dei tribunali. E´ quello/a che possiede poco e di poco vive, avvezzo/a all´umiltà, non rimpiange la proprietà né brama potere alcuno. Ha sofferto il freddo, la fame, la solitudine ma non la vita che, seppur avara, gli/le ha concesso la ricchezza della libertà. L´avvocato clochard si emoziona, piange, ride, ma non perde mai la propria dignità. Pur se sbeffeggiato/a, maltrattato/a, ridicolizzato/a, derubato/a, ignorato/a, è quello/a che ci ricorda il senso della vita, perché dietro il volto solcato e sofferente ne dischiude l´essenza. E, da vero/a insegnante, trasmette uno scibile nuovo ed autentico: la felicità risiede nella nudità più profonda, nella mancanza di forme, colori e ricchezza. Del resto, si può dire che il Re Mida fosse felice circondato soltanto da oro luccicante e asettico?
E´ uno/a che vive la quotidianità del Tribunale, lavora a testa bassa per la Giustizia, cammina solitario/a e lento/a, osserva mestamente tutti gli operatori del diritto. Un/una uomo/donna comune: abiti dimessi e scarpe consumate dai passi fatti nelle aule di giustizia. Aspetta un saluto che ripaghi l´impegno profuso in una lotta giusta e pacifica, un semplice "ciao" di quelli che i perbenisti dispensano abbondantemente ogni giorno.
Quel saluto, quel riconoscimento di professionista serio/a e preparato/a, non necessariamente tracotante, ricco/a e presuntuoso/a, arriverà... è solo questione di tempo!

 

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