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Caro Antonino, Te ne andasti all'altro mondo il 6 dicembre 2002, un giorno come oggi. Partisti dalla tua Firenze. Eri malato, da tempo. Avevi preferito far ritorno in Toscana, nei luoghi nei quali ti eri laureato, in cui, in anni lontani, avevi esercitato il ministero di pretore. Ma era la #Sicilia, Antonino, ad esserti rimasta nel cuore, nei nervi, nelle ossa. Soprattutto dal 1983, quando il tuo amico Rocco Chinnici, capo dell'ufficio Istruzione del tribunale di Palermo, cadde da eroe sotto il piombo mafioso, e chiamarono proprio te a riceverne il testimone.
Tu andasti, da umile servitore dello Stato, con la passione di chi ha fede in un ideale. Chiamasti attorno a te gli uomini migliori. Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Gioacchino Natoli, Giuseppe DiLello, Leonardo Guarnotta. Un gruppo può battere la mafia, dicevi, non i singoli. Ne facesti arrestare quattrocento. Venne il primo processo contro Cosa Nostra, i mafiosi a schiattare in gabbia, condanne per migliaia e migliaia di anni. Non ci sono uomini indispensabili, non uomini per tutte le stagioni, ripetevi sempre. Considerasti concluso il tuo compito, radunasti i tuoi. È l'ora che io torni a Firenze, Giovanni tocca a te sostituirmi.
L'incubo ora comincia a delinearsi, il Consiglio Superiore della Magistratura boccia Falcone, gli preferisce Meli. Ci sono dei Giuda in quel consesso, disse Paolo Borsellino, e tu gli desti ragione.
Ti toccò, da pensionato, assistere al #massacro dei tuoi figli migliori, prima Giovanni, poi Paolo. Tornasti a Palermo a baciargli la fronte, da padre. Tutta l'Italia vide quella scena triste, straziante, quando, stringendo in lacrime la mano di un giornalista, dicesti: "È finito tutto". Te ne pentisti subito, chiamando i #giovani, tutti gli italiani a resistere, a #lottare. Eri vecchio e malato, e agitavi la fiaccola della speranza, della Resistenza civile, del coraggio. Dedicasti i tuoi ultimi anni a girare le scuole, a rassicurare, a chiamare i ragazzi alla lotta. Te ne andasti senza perdere la fiducia che, un giorno, la mafia sarebbe stata battuta. Nel nome dei tuoi figli, che hai raggiunto.
Grazie Antonino Caponnetto, padre di tutti noi che crediamo nella legalità. Dedicata ad Antonino Caponnetto, nell'anniversario della sua scomparsa.
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