In bocca al lupo, Alex

 Ricordate Alex Pompa, che il 30 aprile 2020, a Collegno uccise il padre per difendere la madre e il fratello? Ne parlò l'Italia intera. E, dopo averlo fatto, chiamò i carabinieri, confessando e chiedendo di essere arrestato.

Questo ragazzo, da anni non poteva studiare, dormire, vivere. Ogni sera si coricava da solo dopo aver abbracciato a lungo la mamma, l'amava profondamente e aveva paura di svegliarsi e trovarla morta, uccisa dal padre.

Quel giorno, quell'uomo aveva spiato la moglie, infuriandosi perché un collega di lavoro l'aveva sfiorata, con una mano sulla spalla. «Dopo averla chiamata 101 volte al telefono, non appena mia madre era rientrata a casa, lui l'aveva aggredita, sembrava indemoniato. Pensavamo che ci avrebbe ammazzato tutti» raccontarono poi Alex e il fratello Loris ai giudici.

Ci fu il processo, il pm chiese 14 anni di carcere, perchè le norme del codice rosso esclude che, per chi uccide un familiare, le attenuanti - generiche, della provocazione - possano esser prevalenti rispetto alle aggravanti..La Corte di assise di Torino lo assolse un anno fa. Ascoltò il ragazzo, crcò i riscontri e li trovò, poi dichiarò: «Legittima difesa, il fatto non costituisce reato» e lo mandò libero. Una settimana fa, tutto ribaltato dalla Corte d'assise d'appello: Alex condannato, a 14 anni di carcere. Condanna durissima, e legge ingiusta sul punto, hanno detto i giudici, ma legge. Fino a quando qualcuno non la cambi, e infatti han mandato le carte alla Consulta.

Alex farà i suoi conti con la giustizia, ma quel giorno è stato come un nuovo inizio, ha cambiato anche cognome. Si chiama Alex Cotoia, come la mamma, come il fratello Loris, che ha fatto la stessa scelta. Per lasciarsi tutto dietro. Ci sarà un altro processo, per lui poco importa. Alex Cotoia sa che ha salvato la vita di sua madre, che per questo lo bacia insieme a Loris, e gli basta.

In bocca al lupo, Alex, e buona vita. Desidero dirtelo proprio oggi. Con tutto il cuore.