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"Non esiste prova che tra i due veicoli sia avvenuto uno scontro e non esiste prova che l'autovettura dell'attrice habbia riportato danni".
Probabilmente quell'auto potrebbe non aver riportato danni, ma in quella memoria c'è un danno irrimediabile, un "habbia" che una maestra delle elementari metterebbe il suo alunno dietro la lavagna e gli attaccherebbe pure alla testa le orecchie d'asino di Lucignolo.
Così, l'avvocato catanese Pietro Ivan M., accortosi di quest'atto, stilato da un collega, non ha resistito, ha preso il telefonino, ha fatto uno screen e lo ha postato su Facebook con un commento di poche righe: "Havvocati! Questo è un fulgido esempio di ciò che produce oggi l'avvocatura. Se i clienti sono sempre più restii a pagare, anche ad avvocati di qualità, parcelle adeguate lo si deve a questi somari cui degli incoscienti hanno ( o forse si scrive senza h ?) fatto superare l'esame di abilitazione".
"L'avvocatura italiana – conclude il legale catanese - ha bisogno di una rigorosissima stretta".
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