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Giuseppe Di Matteo aveva un sogno, diventare fantino

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 Lui era il piccolo Giuseppe Di Matteo e oggi il ricordo di questo bambino è più vivo che mai. Il suo sogno, diventare un fantino. Quando monta in sella, dimentica che da anni non può vedere il suo papà, Santino. Un mafioso, ora collabora con i giudici e vive lontano in un luogo ignoto. Giuseppe non vede l'ora di abbracciarlo ma gli hanno detto stai attento, non parlare con nessuno.

Il 23 novembre 1993, a Piana degli Albanesi, uomini con divise della Dia sono davanti a Giuseppe. Ciao piccolo, seguici, ti portiamo da papà, è con noi, ti aspetta. Giuseppe corre, sono degli angeli, pensa, invece sono dei lupi. Che ora lo stringono, lo legano, lo rinchiudono in una cella buia. Francesca, la mamma, lo cerca, anche negli ospedali, sarebbe una fortuna trovarlo là. Intuisce, per amore continua a cercarlo nei posti sbagliati. Un mese dopo, a casa arriva un biglietto, "tappaci la bocca" e una foto di Giuseppe, con un giornale in mano. Santino ha parlato troppo agli "sbirri" e ora basta. Francesca non ha più dubbi, denuncia alla polizia la scomparsa del suo bambino.

Si succedono mesi, anni, Giuseppe sembra svanito nel nulla, mentre Santino parla, così tanto che Brusca si becca l'ergastolo. Brusca è un mostro, e risponde a suo modo, e non gli frega nulla che Giuseppino lo chiami zio.

È l'11 gennaio 1996, lo strangola a mani nude, e ne scioglie il corpo nell'acido dopo 779 giorni di prigionia in una cantina. Per il suo omicidio, sono stati condannati, oltre a Giovanni Brusca, e poi Bagarella, Graviano, Messina Denaro, e tanti altri. Tutti "uomini d'onore" così hanno il coraggio di definirsi, così tanto d'onore da massacrare un angelo. Un bastardo assassino, Matteo Messina Denaro, detto "'u siccu" è stato per anni libero, godendo di protezioni eccellenti. 16 gennaio 2023, gli uomini dei Ros sono davanti a Diabolik, lo prendono, gli mettono le manette. Che non esca più dal carcere per il resto dei suoi giorni.

 

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