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Giuliano Amato il Dottor Sottile e quei Magistrati "irresponsabili"

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Giuliano Amato, Presidente della Corte Costituzionale, lo da detto inaugurando una nuova moda anche presso la sacra Corte.

Ha desacralizzato la Corte Costituzionale rendendo pubblico il ragionamento che ha portato alla dichiarazione di inammissibilità del referendum sulla responsabilità civile dei giudici?

No.Ha detto una cosa chiara. Il referendum su questo tema non si terrà perché esiste già una responsabilità civile indiretta dei giudici.

Se sbaglia un giudice, devi fare causa allo Stato che a sua volta si rifarà su di lui. Non si poteva quindi votare su una responsabilità civile diretta dei giudici perché avrebbe significato votare non un referendum abrogativo ma innovativo. 

Queste le sue parole e il suo ragionamento sottile. Amato era chiamato il Dottor Sottile ai tempi in cui era uno dei ministri di Bettino Craxi. Non gli manca l'esprit de finesse. Ora bisogna comprendere se questa possibilità di citare i giudici – quando sbagliano – sia davvero così intangibile come sembra sub specie della magistratura. 

I giudici ne hanno timore ma è comprensibile. Se metti un giudice davanti alla possibilità che una parte – attore o convenuto – possa chiedergli milioni di euro di risarcimento, la giurisdizione ne soffrirebbe e il giudice si sentirebbe meno libero di quanto non lo garantisca la Costituzione.

 Ho sempre pensato che al di là degli articoli della Costituzione, i giudici sono davvero liberi e indipendenti se lo siano anche gli avvocati.Non può esistere un sistema giuridico davvero equilibrato – check and balance – se puoi far causa agli avvocati e ai giudici no.

Il sistema nasce già di per sé azzoppato.
Ripeto. So perfettamente che la Costituzione garantisce e riconosce l'autonomia e l'indipendenza da ogni potere alla magistratura.
So per certo che i giudici sono soggetti soltanto alla legge. Ma le sentenze vengono pronunciate su diretto impulso degli avvocati. Se manca l'avvocato, manca la causa.
E non solo nel senso letterale del termine e dell'espressione. Se gli avvocati incarnano la causa, i giudici ne sono l'effetto.

Allora, spiegatemi perché si debba continuare a rispettare un sistema dove la causa (che chiameremo X) si possa tritare senza problemi, mentre l'effetto ( che chiameremo Y), pur derivando da X, rimarrà sempre intatto, vergine.
Le cause che si possono intentare agli avvocati (dolo, colpa grave: vogliamo semplificare le categorie "d'attacco" in modo draconiano), si dovrebbero poter estendere anche ai giudici.
Solo così, solo all'interno di un sistema in cui gli operatori del diritto, gli addetti alle macchine rischiano gli stessi pericoli, si può pensare di poter lavorare da indipendenti.
Tutti.

 Ma sbaglio quando dico che l'indipendenza degli avvocati è forse la loro qualità più importante ?
E allora, indipendenza per indipendenza, perché quella di Y deve valere di più di quella di X ? Solo perché non sta scritto nella Carta Costituzionale ?
Ma non pensate – come diceva Pirandello – che allora tutto, tutto quello a cui partecipiamo ogni giorno noi avvocati, non sia una cosa seria ?

 

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