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Giudice di Roma nega rinvio ad avvocato in maternità, Ordine insorge: "Gravissimo, pronti alle denunce"

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Un avvocato in gravidanza che chiede al giudice il rinvio di un udienza fissata, con precisione, il giorno precedente la data presunta del parto, debitamente documentata in atti.

Il giudice che, violando apertamente la legge ma anche ogni regola di correttezza deontologica, invece di accordare il rinvio, emette un provvedimento interlocutorio riservando ogni valutazione all'esito dell'acquisizione delle "determinazioni della controparte, attesa la natura del procedimento e degli interessi sottesi".

Un Consiglio dell'Ordine che, trainato da un presidente intransigente, invece di inchinarsi supinamente ad un operato degno di una repubblica delle banane, o degli ayatollah, protesta vibratamente, interessando dell'accaduto i vertici di quel Tribunale, e avvertendo che, nel caso di reitera di tali esecrabili comportamenti, non esiterà a denunciare la situazione a tutti i capi degli uffici giudiziari, al Consiglio Giudiziario, al Procuratore Generale presso la Suprema Corte e alla competente Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura. 

Con una delibera assunta nella adunanza recentissima del 14 marzo, il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma, con il suo presidente Antonino Galletti, cui vanno i nostri vivissimi complimenti per la propria determinazione, ha dato una concreta dimostrazione di come un Consiglio può tutelare le ragioni dei propri iscritti non guardando in faccia proprio nessuno.

Auspichiamo vivamente che il presidente del Tribunale di Roma intraprenda, accertati i fatti, i procedimenti anche sanzionatori ritenuti opportuni nei confronti del giudice in questione, diffidandolo a non ripetere tale inammissibile comportamento. Così come auspichiamo che, in tutti i circondari, si presti la massima attenzione alla problematica così da evitare ogni abuso della funzione.

 ESTRATTO DAL VERBALE DELL'ADUNANZA DEL 14 MARZO 2019

(omissis)

– Il Presidente Galletti riferisce di avere appreso che alla collega (omissis), nell'ambito del procedimento civile per la separazione dei coniugi pendente dinanzi al Tribunale di Roma, Sezione Prima, con RG (omissis), è stato negato il differimento dell'udienza del 16.4.2019, nonostante lo stato di gravidanza (con data presunta del parto al 17.4.2019) rappresentato e documentato nell'istanza depositata il 5.3.2019. In particolare, il Giudice ha riservato ogni valutazione all'esito dell'acquisizione delle "determinazioni della controparte, attesa la natura del procedimento e degli interessi sottesi".

Il Presidente Galletti rileva la gravità dei fatti e la violazione della disciplina finalmente dettata dalla legge di bilancio 2018 (all'art. 1 co. 465, 466 L. 27 dicembre 2017, n. 205) che ha disciplinato la possibilità per gli avvocati in stato di gravidanza di chiedere rinvii di udienza e decorrenza di termini, tenendo conto del periodo gestazionale di due mesi anteriori alla data presunta del parto e di tre mesi successivi (cfr. artt. 81 bis c.p.c. e 420 ter c.p.p.). Con siffatta disciplina si è posto fine alla mancanza di tutele per gli avvocati in gravidanza, quale vera e propria lesione del diritto di difesa e di parità sostanziale, nonché pregiudizio per la salute delle colleghe e del nascituro.

Nella fattispecie, peraltro, l'udienza era stata fissata a seguito di un rinvio d'ufficio di quella già fissata al 31 ottobre 2018 con buona pace della "natura del procedimento e degli interessi sottesi" che evidentemente sono cedevoli rispetto alle esigenze organizzative del Tribunale, ma non di fronte ai sacrosanti diritti della difesa, della collega e del nascituro e, oltretutto, non è comprensibile il rilievo delle "determinazioni della controparte" (dunque, non del difensore della controparte, ma proprio della controparte…) rispetto al fatto oggettivo della gravidanza quale legittimo impedimento.

Il Presidente ha già rappresentato la gravità dei fatti al Presidente del Tribunale e, qualora la situazione non dovesse mutare, ritiene doveroso denunciare la situazione a tutti i capi degli uffici giudiziari romani, al Consiglio Giudiziario, al Procuratore Generale presso la Suprema Corte e alla competente Sezione del Consiglio Superiore della Magistratura; chiede sin da ora a tutti i Consiglieri di rendersi disponibili per la sostituzione della collega all'udienza del 16 aprile 2019 e si riserva di disporre la convocazione di un consiglio straordinario in adunanza pubblica presso la sala avvocati del Tribunale civile di Roma alle ore 9,30 del 16 aprile 2019 in coincidenza con la celebrazione dell'udienza, ponendo all'ordine del giorno "1. tutela e valorizzazione del ruolo dell'avvocato madre, 2. varie ed eventuali".

 

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