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Francesco, parole durissime: "Giovani costretti ad emigrare da politiche speculative"

E´ un messaggio per i giovani, di intensità fortissima, straordinaria, quello che Papa Francesco ha lanciato nelle ultime ore del 2016 durante l´omelia del Te Deum, la tradizionale preghiera di ringraziamento per l´anno appena concluso. Parole pesanti come pietre, con cui Francesco ha accusato il mondo degli adulti, incluso se stesso, di avere costretto con politiche di speculazione i giovani a lasciare il proprio paese, ad emigrare, per mantenere la speranza di un lavoro. "Non si può parlare di futuro" - ha detto - senza "assumere la responsabilità che abbiamo verso i nostri giovani; più che responsabilità, la parola giusta è debito (...) abbiamo condannato i nostri giovani a non avere uno spazio di reale inserimento, perché lentamente li abbiamo emarginati" e costretti "a emigrare o a mendicare occupazioni che non esistono", ha aggiunto. "Abbiamo privilegiato la speculazione invece di lavori dignitosi e genuini che permettano" ai giovani "di essere protagonisti attivi nella vita della nostra società".
A pochi giorni dalle improvvide esternazioni di un noto politico italiano, le parole di Francesco, pur dirette al mondo intero, suonano di una straordinaria attualità. Il lavoro, in particolare dei giovani, ha voluto sottolineare il papa, è ciò che assicura la cittadinanza, e crearlo o restituirlo quando esso manca è il primo ed insostituibile compito di chi è chiamato a rivestire responsabilità pubbliche.


 

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