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Fede ha lasciato la scuola, anzi è rientrata. Italia, paese del giorno dopo e di diritti negati

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 "Fede lascia la scuola, ma non per sua volonta". A scrivere su Facebook, al posto di Fede, è la sua mamma, Rita Masia, di Sassari: "Ho 19 anni, sono una ragazza speciale con tanta volontà. Dovrei frequentare il 4° anno all"Istituto d"arte, dico dovrei perché la mia mamma oggi mi ha ritirato da scuola. Passo le mie ore seduta in classe a guardare gli altri studenti e sapete perché? Perché non mi danno ciò che mi spetta: le insegnanti e gli educatori. Quindi,,come potete vedere dalle mie foto, a malincuore lascio la scuola. Ora chiedo ai politici e al primo cittadino: "Dove siete?" e a quanti mi risponderete di fare arrivare la mia voce più lontana possibile".

Fede, all'anagrafe Federica, 19 anni, non è l'unica ragazza con problemi a frequentare il liceo artistico "Figari" di Sassari, in tutto sono circa sessanta, e una parte di essi sono stati lasciati soli, senza insegnanti di sostegno, primi del supporto di quelle figure che avrebbero dovuto consentire loro di frequentare la scuola, di studiare, di essere cittadini fino in fondo. "Ci dispiace moltissimo per il disagio che ha sofferto. Quando accadono queste cose è una sconfitta per tutti", ha detto alla stampa ieri sera il preside, annunciando la soluzione del problema dopo che la questione era esplosa nei social. Siamo sempre il paese del giorno dopo, in questo stesso momento, per una questione risolta possiamo star tranquilli che in tante altre parti d'Italia, il diritto allo studio è legato ad altri cento, mille, forse diecimila studenti come Fede. Per i quali andare a scuola è un incubo. "Si sente sola e non può fare nulla, solo guardare gli altri che fanno lezione", come ha detto Rita della figlia.

 "Siamo una scuola inclusiva - ha invece tentato di giustificarsi il preside - purtroppo quest'anno le nomine degli insegnanti sono state fatte più tardi perché sono uscite tardi le graduatorie degli insegnanti". More solito, la colpa è della burocrazia, e quasi sempre degli altri. Passi per una circostanza imprevedibile, imprevista. Le studentesse, gli studenti che necessitano di sostegno, però, compaiono negli archivi del Miur, degli uffici scolastici, ed è questo che rende un mancato, non tempestivo intervento inescusabile. In un paese civile, appena normale, nessuno può perdere per colpa di altri un solo giorno di scuola. Felici per Fede, ma arrabbiati, molto arrabbiati, per i tanti suoi compagni, dei quali non conosciamo i nomi, alle prese con una burocrazia rigida, stupida, lassista. Con una burocrazia che nega loro diritti e pure la Costituzione. Ministro Fioramonti, è compito suo. Si occupi, in nostro conto e nome, di questo, più che del Crocifisso nelle aule.

 

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