Emma: "Luana non ha un prezzo, per questo dico no a quel denaro sbandierato"

​Emma, in quel Tuo "no" ai soldi che ti hanno offerto per risarcire la vita della Tua Luana c'è la tua dignità, la dignità di ogni madre. Lo so: se anche passassero mille anni, della sua fine mai te ne farai una ragione. Perchè è innaturale per una madre morire prima dei figli, e perchè non ci si può rassegnare che mioiano intrappolati in un macchinario. Come accadde alla Tua Luana nel maggio del 2021.

​A Te, Emma, è rimasto il ricordo, la sua foto tra le dita, tanta dignità. Ieri hai spiegato al Corriere della Sera perché hai rifiutato il risarcimento di 1,2 milioni di euro offerto dall'Unipol, la Compagnia assicurativa della ditta di Luana. "Questa storia di denaro sbandierato ai quattro venti come se la morte di mia figlia avesse un prezzo mi fa stare male" hai detto. "Il dolore non si quantifica e non si mercifica e comunque queste cose vanno fatte nelle sedi opportune, perché per me, gettarmele addosso, sono pugnalate al cuore".

 Poi "Tra poco più di un mese sarà un anno che piango Luana, il 7 aprile si aprirà a Prato il processo con i tre imputati. E allora se queste persone vogliono preparare strategie di difesa lo facciano in silenzio senza tormentare me e la mia famiglia. Io sto vivendo un calvario infinito ma il mio dolore non viene rispettato. Ho solo due grandi desideri: che sia fatta giustizia e che non ci siano più morti sul lavoro".

Queste parole mi hanno commosso, ma mi hanno impressionato, in negativo, alcuni commenti. Cosa pretende questa donna. Dovrebbe ringraziarli. Quei soldi dovrebbe prenderseli subito. Il processo potrebbe riservare sorprese. Leggendo, mi chiedo cosa siamo diventati, se non riusciamo a compenetrarci nel dolore di una madre: e, comprendendolo, ad abbracciarla con il cuore