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Emanuele Schembari, nato a Ragusa nel 1936 e scomparso nel 2016, è stato un uomo di cultura e un maestro del giornalismo.
Ha ricoperto incarichi pubblici nel settore dell'informazione, anche televisiva. È stato per oltre dieci anni direttore di Teleiblea di Ragusa, è stato corrispondente del quotidiano "L'ora" di Palermo e ha collaborato, alla storica rivista di importantissime inchieste, "Diario" diretta da Enrico Deaglio e Luca Formenton.
È fresca di stampa l'ultima, ed interessantissima, sua fatica letteraria: "Poeti Siciliani del Secondo Novecento", casa editrice Unigester Libri, Ragusa, 2021, con traduzione dall'italiano in spagnolo di Pedro Luis Ladròn de Guevara.
Si tratta di una scelta, fatta da Schembari, sua anche un'ampia introduzione, di 25 poeti siciliani, la maggior parte viventi, che si sono imposti all'attenzione della critica letteraria dal secondo Novecento, dai primi anni del nuovo secolo e millennio.
Ma perché la traduzione in lingua spagnola delle poesie in lingua o in dialetto siciliano.
Ce lo spiega Schembari nella sua premessa: "Questa antologia vuol fare conoscere ai lettori argentini i più rappresentativi e interessanti poeti siciliani di questi ultimi anni. E vuole anche dimostrare che esiste un'identità comune, di problematiche, di urgenze e di inquietudini fra i due popoli, anche in considerazioni della straordinaria percentuale di oriundi italiani fra gli argentini".
Interessanti le argomentazioni che Schembari porta a supporto di questa tesi e dell'evoluzioni stilistiche della poesia che hanno origini lontane nel tempo, citando nomi di scrittori, poeti, critici letterari: da Giovanni Occhipinti a Corrado Alvaro; da Giovanni Verga a Luigi Pirandello; da Rocco Scotellaro a Mario Luzi a Vittorio Sereni e tanti altri.
Ha spiegato le difficoltà, sempre insite in un lavoro che richiede una scelta: "La realizzazione di un'antologia rappresenta sempre una sorta di atto prevaricatore, in quanto si opera una scelta, che ha carattere soggettivo, anche se le intenzioni sono le più obiettive possibili. Ecco perché un'antologia finisce sempre con lo scontentare i molti e soddisfare i pochissimi. Ma se l'area di indagine è limitata alla Sicilia e a un certo periodo, relativo al secondo novecento, si scopre che sarebbe necessario pubblicare i versi di una cinquantina di poeti, almeno. Per ciò le esclusioni, per quanto dolorose sono necessarie".
Questo libro, oltre a presentare veri e proprio caposcuola della poesia siciliana: Santo Calì, Mario Gori e Giuseppe Zagarrìo solo per citarne alcuni,
presenta anche ogni autore con un "medaglione" biografico, l'appartenenza aduna, o più correnti letterarie, pubblicazioni, riconoscimenti pubblici e, soprattutto, almeno per me, di direttori, di animatori culturali di proprie riviste. Utilissime per mettere in circolo i risultati di esperienze, di convegni, di lavori pubblicati o di prossime pubblicazioni.
Alla fine del "medaglione" possiamo leggere il giudizio critico di un autore.
L'antologia ha il testo scritto in spagnolo con la traduzione in italiano e a piè di pagina, se si tratta di una poesia in dialetto, c'è anche la traduzione in italiano.
Nel primo Novecento in Italia c'è stata una fioritura di riviste culturali interessantissime il cui fascino coinvolse molti poeti e scrittori siciliani.
Lo stesso Schembari ha diretto, con Giovanni Occhipinti, dal 1973 al 1975, la rivista letteraria «Cronorama». È stato fondatore e direttore delle riviste culturali «Quale cultura», «Scrittura», «La Marianne», «Pagine dal sud» e del periodico «La settimana della provincia di Ragusa».
Ma ci furono anche correnti letterarie interessantissime. Pensiamo a Mario Gori e alle sue tre riviste culturali. A Salvatore Camilleri e a Mario Gori e alla corrente letteraria "Trinacismo"; o a "Antigruppo" di Santo Calì solo per citarne alcuni.
Erano riviste che veicolavano ogni fermento culturale presente nella cultura siciliana. Informavano sui numerosi premi letterari, sui convegni, insomma su tutto ciò che portava ad un confronto, ad un dibattito, ad una condivisione.
E nella lettura di questi venticinque autori si percepiscono questi sintomi che rappresentano una crescita necessaria di chi si confronta quotidianamente con la pagina "bianca". Ma chi sono i poeti presenti in questa Antologia: Santo Calì, Fiore Torrisi, Giuseppe Zagarrìo, Bartolo Cattafi, Nat Scamacca, Carmelo Assenza, Mario Gori, Giorgia Stecher, Federico Hoefer, Emanuele Mandarà, Antonino Cremona, Salvatore Di Marco, Emanuele Giudice, Emanuele Pirrera, Giovanni Occhipinti, Emanuele Schembari, Maria Teresa Verdirame, Lucio Zinna, Giovanni Giuga, Maria Attanasio, Sebastiano Burgaretta, Angelo Scandurra, Diego Guadagnino, Letizia Di Martino, Pippo Di Noto.
Veramente bei nomi della cultura e della poesia siciliana.
A dire il vero esistono altre pubblicazioni, altrettanto interessanti, anche recenti che presentono poeti e scrittori siciliani. Ma saranno oggetto di una prossima nota.
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Rosario Antonio Rizzo
Dopo il conseguimento del diploma di insegnante di scuola elementare all’Istituto magistrale “Giuseppe Mazzini” di Vittoria, 1962, si reca in Svizzera, dove insegna, dal 1964 al 1975, in una scuola elementare del Canton Ticino.
Dal 1975 al 1999 insegna in una scuola media, sempre nel Canton Ticino e, in corso di insegnamento dal 1975 al 1977 presso l’Università di Pavia, acquisisce un titolo svizzero, “Maestro di scuola maggiore” per l’insegnamento alla scuola media. Vive tra Niscemi e il Canton Ticino. Ha collaborato a: “Libera Stampa”, quotidiano del Partito socialista ticinese; “Verifiche” bimensile ticinese di scuola cultura e società”; “Avvenire dei lavoratori”; “Storia della Svizzera per l’emigrazione”“Edilizia svizzera”. In Italia: “Critica sociale”; “Avanti”; Annali” del Centro Studi Feliciano Rossitto; “Pagine del Sud”; “Colapesce”; “Archivio Nisseno”.