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Dedicato a Marco e a Gloria

Loro sono #Gloria e #Marco, sono due ragazzi che hanno perso la vita in quell´inferno di cristallo a Londra.
Gloria e Marco erano italiani, ma avrebbero potuto essere di qualsiasi altro paese, occidentale o orientale, del Nord o del Sud del mondo.
Gloria e Marco erano, come tanti, alla ricerca di un lavoro, di un sogno.
Come tanti, come troppi loro coetanei, quel lavoro non l´avevano trovato in Italia, ed erano stati costretti a lasciare il nostro paese perché un altro, paradossalmente extracomunitario come la Gran Bretagna, potesse dare alla loro passione, al loro ingegno, alle loro abilità quella dignità che in Italia è un miraggio irraggiungibile.
Gloria e Marco erano due ragazzi felici, con un lavoro decente e non con l´elemosina di un voucher. In più, potevano ammirare scenari da fiaba da quel ventunesimo piano del grattacielo nel quale hanno trovato la morte.
Una fatalità, sì, che sarebbe potuta accadere dappertutto. Qualcuno lo ha già detto, qualcuno dirà che non è colpa di nessuno, che un disastro del genere sarebbe potuto accadere anche in Italia.
Tutto vero. Ma anche vero che non è bello dover trascorrere la vita, e poi anche, se ti va male, trovare la morte, in terra straniera, perché il tuo paese ti tratta come uno straniero in patria. Perchè piuttosto che investire sul lavoro e garantire una buona crescita ai giovani, dilapida parte delle proprie risorse nelle spese per gli armamenti (siamo alll´ottavo posto nel mondo), in politiche assistenzialistiche e sprecone ed anche, triste dirlo, nei labirinti della corruzione e delle clientele.
Ne abbiamo parlato, del lavoro dei giovani, su questa pagina, ed ancora ne parleremo, perché prima di essere operatori della Giustizia, siamo cittadini di un Paese che ha il diritto al lavoro iscritto nel proprio atto fondamentale, la Costituzione.
Siamo cittadini che non hanno più voglia di ascoltare gli appelli di coloro che, quasi sempre da alti scranni, incitano i giovani ad avere coraggio e ad andarsene oppure, all´incontrario, di rimanere con fierezza del proprio paese anche se ciò significasse accettare condizioni indegne, di autentico sfruttamento.
Basta con questa retorica da mantenuti e da questo finto buonismo, le classi dirigenti facciano fino in fondo, se ci riescono, il proprio mestiere, assicurare sviluppo e dignità. Altrimenti, se ne vadano a casa.
Per questo, anche nel nome di #Gloria e di #Marco, chiediamo che si cambi rapidamente strada.
Il nostro cordoglio affettuoso ai familiari, e ai loro amici. R.I.P.
Piero Gurrieri

 

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