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Davigo alla Giustizia, accordo tra i big: "Si cambia, sarà presunzione di colpevolezza"

Con tutta probabilità, Piercamillo Davigo - magistrato italiano, Presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di cassazione e che dall´aprile 2016 all´aprile 2017 è stato presidente dell´Associazione nazionale magistrati - sarà il prossimo ministro della Giustizia. L´accordo sarebbe stato trovato, a quando stanno riferendo dalla mezzanotte di ieri molte agenzie di stampa, nel corso di un conciliabolo notturno, iniziato proprio nei primi minuti del mese in corso, tra i premier in pectore Gigi Di Maio e Matteo Salvini che, immediatamente dopo, avrebbero incontrato all´alba di oggi il prossimo ministro Guardasigilli dal quale, stando a quanto riferiscono alcuni boatos, avrebbero ricevuto un "assenso condizionato".

Sebbene sul punto esista ancora un clima di incertezza comunque destinato a diradarsi entro le 24 di oggi, le condizioni poste dal candidato al Ministero di via Arenula sarebbero legate ad una richiesta, piuttosto esplicita, di modifica della Costituzione: "Siamo ormai entrati nella Terza Repubblica, ed occorre dare segnali di discontinuità abbattendo anche quegli inutili principi che da decenni abbiamo considerato mostri sacri, a partire dalla presunzione di innocenza, che occorre rimuovere per far posto ad una presunzione di colpevolezza. Un obiettivo che può essere conseguito con la modifica della nostra Costituzione, e abbiamo i numeri per farlo".

"Già che ci siamo, penserei di modificare l´articolo 24 della Carta. Beninteso, non nel senso di eliminare il principio del giusto diritto alla difesa, ci mancherebbe, ma nel senso di sostituirlo con una piccola, direi quasi insignificante, addenda: ´La difesa è esposta dallo stesso Pubblico Ministero poco prima che il medesimo formuli la propria richiesta´. Che ovviamente - melius re perpensa e in omaggio al principio del libero convincimento - potrà essere di condanna. Un capolavoro: renderemo più rapidi i processi e sfoltiremo anche gli ordini forensi. D´altra parte, che bisogno c´è di avvocati nel processo, se ci siamo noi?"

Parole, queste, particolarmente apprezzate da un pm eccellente, Antonio Di Pietro, che - finalmente avendo compreso il calo di consensi che suscita il suo eloquio - ha immediatamente diffuso un selfie con una sintetica dichiarazione:



Ma non basta. Secondo altre anticipazioni la presunzione di innocenza non sarebbe l´unico principio destinato ad essere posto in discussione, in quanto a saltare ci sarebbe anche la regola della prescrizione: "Occorre evitare inutili duplicazioni. Gli italiani non sopportano più una miriade di istituti sovrapposti, e la prescrizione civile è quindi sufficiente. Quella penale possiamo quindi eliminarla. Certo, esiste un prezzo da pagare, in quanto saremo chiamati, probabilmente, a riaprire almeno i processi contro Galileo e Giordano Bruno, ma sarà bello ed avvincente compiere questo passo all´indietro della nostra storia. Magari, potremmo cominciare ad aprire un´attenta istruttoria su Cesare Beccaria, sulla cui dottrina - non posso certo nasconderlo - fin dai tempi della Università ho nutrito profondi sospetti".



I termini dell´accordo tra i leaders prevederebbero due sottosegretari da affiancare al nuovo guardasigilli. Al termine di una ricerca tra le figure più vicine al nuovo titolare del Ministero di giustizia, la scelta si sarebbe ristretta ad una alternativa tra due celebri giustizialisti, Ghedini e Santanchè. Sui quali Davigo avrebbe espresso "piena consonanza".



Ma sulla scelta dei sottosegretari, negli ultimi minuti si è abbattuta lira di un furioso Renato Brunetta: "Hanno approfittato del mio meritato riposo, dopo il banchetto di questa notte, per mettersi d´accordo ma io non consentirò mai che questi nani della politica possono fare indisturbati i propri comodi".



Post scriptum: il presente post, pubblicato all´alba del 1 aprile 2018, mantiene la sua veridicità fino alle ore 24:00 dello stesso giorno. Trattandosi di pesce d´aprile, ogni dichiarazione e circostanza narrata sarà destinata a perdersi nei flutti dell´oceano allo scoccare della mezzanotte.

 

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