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Davide e Ignazia, una storia d'amore oltre la vita

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Lui è Davide, ha 29 anni. Vive a Samassi, in Sardegna, appena 5000 anime.

È il 17 maggio 2020, rimane a piedi per strada. Chiede un passaggio, a fermarsi il conducente di un grande trattore. Sali, gli dice. Davide si butta, non è pratico, cade, batte la testa forte sull'asfalto. Corsa in ospedale, i medici fanno l'impossibile, non ce la fanno. Una comunità nel dramma. Come si può morire così. Ignazia, il dolore più grande. Perdere, a 48 anni, un figlio di 29. Ero una bambina, ricordo il mio piccolo. Ho pregato, ma il Cielo non mi ha ascoltata. Ho deciso, quell'amore rimarrà integro, l'amore non muore. Chiama i medici. Espiantate i suoi organi, Davide non è morto, continuerà a vivere. Sopravviverà anche il mio amore di madre, se Dio mi ha tolto Davide sarà stato perchè io abbia altri figli.

 I figli ci sono, tanti. Davide, con i suoi organi, salva cinque vite. Il fegato, donato ad un paziente gravissimo in Emilia Romagna, sarebbe morto da lì a poco. Il cuore, continua a battere in una giovane donna sarda, i reni ad altri due sardi in dialisi. Ma è sui polmoni di Davide che va in scena il capolavoro.

 Storie che si intrecciano. Francesco, appena diciotto anni, brillante è in salute. Il coronavirus assale la Lombardia, la febbre, i sintomi, la terapia intensiva, chi l'ha detto che il mostro non può uccidere i ragazzi. Tutti in pena davanti a quel letto alla tensostruttura dell'Ospedale San Raffaele di Milano. Francesco viene intubato. Collegato alla macchina Ecmo per la circolazione extracorporea: i polmoni non funzionano più. In Sardegna è morto un ragazzo, dice un medico, tentiamo un trapianto di polmoni, anche se non l'abbiamo mai fatto, oppure morirà. Ora lo hanno fatto, è la prima volta in Europa. Francesco è sveglio, collaborante, il peggio è passato. Ce la farà, dopo 58 giorni che ha passato bloccato a letto, intubato e assistito dalle macchine.

Si può donare senza amare, ma non si può amare senza donare. Grazie Ignazia, ed anche a Te, Davide, che ci guardi da lassù

 

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