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Dare voce alle donne: una battaglia di civiltà e non di genere.

Ivana

Il Covid-19 ha creato effetti devastanti sulle disuguaglianze di genere. Se il sentire comune da una cifra di quanto sta accadendo, gli esperti si lanciano in previsioni catastrofiche per i mesi avvenire. Al "Sistema Italia" spetta il compito di interviene a sostegno delle tante donne che in questi periodo di isolamento hanno dovuto fare i conti con la cruda realtà, ovvero l'assenza di una vera parità di genere e la crescita dei casi di violenza e femminicidi. "Questa pandemia - racconta la presidente de Il Filo di Seta, Rosa Perupato - ha creato e creerà effetti devastanti sulle disuguaglianze di genere per diversi motivi e su diversi fronti: familiare perché con la riapertura delle scuole in modalità D.A.D molte donne, per seguire i figli, saranno costrette a lasciare il lavoro o a mettersi in aspettativa, alcune l'hanno già fatto in questi mesi); le donne vittime di violenza domestica, a stretto contatto con i mariti o compagni violenti, hanno visto peggiorare la loro situazione. Non sempre l'App1552 creata per esse, è stata un valido supporto, laddove erano controllate a vista". Di violenza fisica e psicologica ai tempi del Covid-19 si è parlato tanto; l'Ordine dei Psicologici della Regione Sicilia ha parlato di "emergenza nell'emergenza"; le associazioni impegnate nel sociale a difesa delle donne hanno mantenuto un filo diretto con le vittime di violenza assistendole telefonicamente ed intervenendo quando necessario, in supporto anche alle forze dell'ordine. Anche la politica ha fatto la sua parte, ma non basta. A più livelli, infatti, si cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica. I media non mancano di sollevare la questione, cercando di suscitare una reazione in una società, come quella italiana, che appare sorda mentre la conta dei femminicidi aumenta a cadenza quasi quotidiana (ieri nel bresciano una 39enne è stata uccisa dal marito davanti ai figli). La presidente Rosa Perupato, consapevole della drammaticità del momento, non manca di sottolineare che la disuguaglianza di genere indice profondamente anche sull'aspetto sociale. "Tante donne - racconta – sono fuori dai luoghi decisionali. Purtroppo, anche in questa situazione drammatica, c'è bisogno di affermare la parità di genere. È assurdo! L'Italia – precisa - è al 76 posto del Global fender Gap reportage del World Economico forum. Un mondo dominato da uomini".


Tale considerazione sfocia nella presa di coscienza dell'esistenza di una democrazia poco attenta all'altro, ancor più se "l'altro" è una donna. "Dov'è la democrazia paritaria? - si chiede Rosa Perupato - Per questo motivo giorno 2 maggio è stato indetto un flashmob con lo slogan DATECI VOCE al quale come associazione abbiamo aderito. Non si è trattato di una battaglia di GENERE come qualcuno ha pensato, ma di CIVILTA' che deve impegnare uomini e donne. Chiedere equilibrio nei luoghi decisionali della ricostruzione post Covid19". La presidente Perupato, portavoce di tantissime donne della sua città e della regione siciliana, sottolinea il ruolo fondamentale delle donne e degli uomini nel processo di ricostruzione del Paese: "deve essere un progetto condiviso da entrambi: donne e uomini tenendo conto delle esperienze e delle competenze che vanno al di là del GENERE". 

La ricostruzione del nostro Paese deve partire da una rifacimento del pensiero di ogni singolo cittadino affinché il marcio culturale venga debellato. A tal proposito Rosa Perupato si schiera a fianco della giornalista Giovanna Botteri, recentemente vittima di una spietata e ingiusta "campagna denigratoria". "Una donna – precisa - in grado di competere con i più grandi giornalisti per preparazione, competenza e professionalità. Giovanna Botteri è stata criticata perché non alla moda, perché fuori dai canoni dettati dalla concezione dell'apparire. Ancora una volta, la donna vittima di uno stereotipo culturale marcio".  

 

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