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Csm, via Morlini, si spacca il fronte del no. Il Pg Fuzio avvia azione disciplinare, incompatibilità ambientale per Palamara

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Gianluigi Morlini, presidente della quinta commissione,  una delle più importanti in quanto tra le proprie incombenze annovera quella della nomina dei responsabili degli uffici giudiziari,  si è dimesso da componente del Consiglio Superiore della Magistratura. La decisione è stata appena resa nota ed è di capitale importanza perché  Morlini - di estrazione Unicost - con le proprie dimissioni ha spaccato il fronte del no che si era ulteriormente consolidato dopo la decisione di Magistratura indipendente - della quale abbiamo lungamente riferito in questo giornale - di chiedere ai propri iscritti, tre dei quali (Corrado Cartoni, Antonio Lepre e Paolo Criscuoli) si erano auto sospesi insieme a Morlini - di non dimettersi dal Consiglio Superiore. Il ruolo di Morlini era comunque tra i più delicati, in quanto il magistrato  sarebbe  stato presente agli incontri organizzati con l'esponente del PD Luca Lotti. Ma non è questa l'unica novità della giornata, di una giornata particolarmente intensa. La notizia più importante è che il procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, hanno notificato l'apertura di un procedimento disciplinare nei confronti dei quattro autosospesi  e quindi di Morlini e degli altri tre che, al momento, rimangono al loro posto ma che, sostiene qualcuno, potrebbero dimettersi nei prossimi giorni, in quanto è difficile pensare, anche se solo per ragioni di opportunità mancando una causa specifica di decadenza, che possano permanere nelle proprie delicatissime funzioni con un'azione disciplinare in corso, solo per rimanere fedeli alla linea di Magistratura Indipendente che, da parte sua, è ormai isolata da tutte le altre componenti ed anche dall'Associazione Nazionale magistrati che continua a premere per le dimissioni di tutti i soggetti coinvolti dall'organismo. 

Luca Palamara e Stefano Rocco Fava, i due pm coinvolti nell'inchiesta di Perugia, rischiano invece il trasferimento per incompatibilità ambientale. Trasferimento che potrebbe essere disposto già nei prossimi giorni, considerato che domani è in programma la seduta della prima commissione che avvierà la discussione sul punto. L'opinione più accreditata è che il Consiglio Superiore della Magistratura non intenda perdere tempo per non rischiare di compromettere la residua credibilità di un organismo messo a dura prova dalle realtà emerse in queste settimane, anche a prescindere dalla rilevanza penale delle medesime. Una accelerazione che, in qualche modo, è spiegabile con gli intendimenti manifestati da diversi esponenti del governo, come il ministro di giustizia Alfonso Bonafede e il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che hanno parlato senza tanti giri di parole della necessità di una profonda riforma della giustizia e, nel suo quadro dello stesso Consiglio Superiore, con particolare riferimento ai sistemi di nomina dei magistrati ai vertici degli uffici giudiziari. Un momento al quale, comprensibilmente, il Consiglio Superiore intende arrivare con una piena legittimazione.

 

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