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Cosa (non) si fa per avere un titolo di studio

Cosa (non) si fa per avere un titolo di studio

Secondo una statistica pubblicata nel settembre del 2010 dal settimanale «L´Espresso», il primo Paese al mondo ´produttore´ di titoli inutili sono gli Stati Uniti, dove sono stati censiti più di 400 ´diplomifici´; al secondo posto la Gran Bretagna, con 195 istituzioni, e al terzo il Belpaese con 143.È difficile immaginare che chi si laurea in «scienze immobiliari» alla Yorker International University, sborsando 10.000 euro senza aprire mai un libro, possa credere di avere veramente conseguito una laurea a tutti gli effetti, anche se la cerimonia di consegna della ´carta´ (impropriamente chiamata ´titolo´) avviene nello splendido scenario di Palazzo Borghese di Firenze. Se non altro perché sul sito web onestamente è scritto chiaro e tondo che non è riconosciuta dal Ministero dell´Istruzione. Ma che importa? L´università garantisce che la ´laurea´ rilasciata «conferisce eccellenza, onore e successo». Ed è questo che la gente cerca.Spesso i titoli vengono rilasciati da istituzioni il cui nome scimmiotta quello di prestigiose università. Così, la Rockville University con sede nel Maryland (USA) diventa Rochville e l´autorevole Berkeley viene clonata in Berkleyr. Anche i prezzi sono contenuti; nulla a che vedere con la Bocconi: appena 2.550 dollari per una laurea, 3.000 per un dottorato, e circa 5.000 per un master. E senza il fastidio della frequenza! Lo stesso vale per la Stanford University, prestigiosa università californiana che inconsapevolmente fa da specchietto per le allodole alla quasi omonima Standford University con sede in Texas, ma il cui sito web (www.iou.edu.tf) dovrebbe mettere in allarme: il suffisso ´.tf´ rimanda a un dominio delle isole vulcaniche dell´Antartide! Robert de Sorbon, teologo e confessore di san Luigi, nel 1253 fondò un famoso Collegio per lo studio della teologia. Il suo nome – parliamo della Sorbona –identifica la più prestigiosa università francese. Naturale che qualcuno la clonasse. Ed ecco nascere la Université Francophone Robert de Sorbon che dispensa titoli senza valore alcuno, ma dal nome senz´altro altisonante. «Scherza coi fanti, ma lascia stare i Santi», recitava un vecchio adagio; chissà perché il motto non vale anche per le università, visto che accanto alla (vera) Pontificia Università San Tommaso D´Aquino esiste una quasi omonima Università Popolare San Tommaso D´Aquino, nel 2007 interessata da indagini che si sono concluse con l´arresto del suo "rettore". Chissà per quale motivo a molte università fasulle piace appiccicarsi il nome di un personaggio che ha a che fare con la religione. L´ultima nata è stata battezzata col nome di un Papa che ha governato la Chiesa per appena 33 giorni: Giovanni Paolo I, al secolo Albino Luciani. Adesso il sito è scomparso dalla circolazione mediatica, ma le foto che ritraggono il grande comico Lino Banfi, attorniato dal "Senato Accademico" mentre riceve la laurea honoris causa dal rettore Luciano Ridolfi non si cancelleranno mai, perché nel WEB tutto si crea e nulla si distrugge. Certo, a dare una parvenza di serietà contribuiva l´ambiente – la Biblioteca Vallicelliana di Francesco Borromini, offerta dal Ministero dei Beni culturali – e la presenza di una delegata del sindaco della Capitale, anche lei insignita di una laurea honoris causa, faceva il resto. Come dimenticare le credenziali esposte nella pagina web ora cancellata: tra i partners c´erano persino la Nato e il Consiglio nazionale delle ricerche. E non mancavano neanche i telegrammi di felicitazioni del Capo dello Stato.

Ovviamente – manco a dirlo - tutto era una falso! Nonostante fosse stato candidato (l´affermazione è rigorosamente sua) al premio Nobel, al "rettore" gli è andata male: forse perché – è sempre lui che parla – a candidarlo non è stato proprio il gotha della scienza internazionale, bensì l´ambasciatore di Malta a... San Marino. E così il dott. Ridolfi (la laurea in medicina è vera, rilasciata dall´università privata di Herisau, in Svizzera, anche se non riconosciuta dalla Confederazione elvetica) ha cambiato mestiere e ha fondato la Guardia Nazionale Ambientale della quale è comandante in capo col grado di ´generale´. Dispone di una decina di subordinati, a volte chiamati a spalare la neve nei casi di emergenza. E dire che, con questo curriculum di tutto rispetto, non ha trovato di meglio che rispondere «disoccupato» alla Guardia di finanza che lo interrogava su quale fosse la sua attività professionale. Il nome di un´università che ha sede in San Marino – la European Institute of Technology – ricorda fin troppo il mitico MIT (Massachusetts Institute of Technology), con il quale però non ha nulla a che vedere: il 3 maggio del 2006 il Garante della concorrenza l´ha multata (11.600 euro) per pubblicità ingannevole. In questo marasma un signore di Gibilterra ha avuto una bella trovata: creare un sito dove ognuno, senza tanti giri di parole, può comprarsi la laurea che vuole: digitando www.instantdegrees.com ecco comparire un tariffario per soddisfare le proprie voglie di cultura, anche le più esigenti: con 120 dollari si diventa «associate degree», col diritto di anteporre al nome la sigla ´dr´, che sta per doctor , una sorta di laurea di primo livello, con 180 dollari si diventa ´professore´ e così via, sempre più in alto, fino all´ambito fellowship, cioè professore universitario. E senza dovere spendere una fortuna: appena 210 dollari! Il tutto perfettamente «legal», per come recita il sito che offre tra l´altro decine di filmati di fantomatici personaggi che confermano la bontà dei titoli rilasciati e soprattutto la loro utilità nel trovare un lavoro. In Texas ha sede una delle università più singolari: per la modica somma di 1359 dollari ´offre´ una laurea basata sulla... fiducia. La Belfod University, questo il suo nome, ´esige´ che sia lo ´studente´ ad autocertificare cosa ha studiato e poi – sulla fiducia – gli conferisce il titolo. L´impegno richiesto dal percorso formativo sta tutto nel suo motto: «No studies, no admissions, no attendace» (non occorre studiare, non c´è nessun esame per accedere, non occorre alcuna frequenza). Forse era meglio sintetizzarlo in Just money! Un altro sistema messo in atto per trarre in inganno gli assetati di cultura è quello architettato con frasi a prima vista ´innocenti´, ma che nascondono un´insidia, rappresentando una falsa realtà. Affermare che una scuola è «in attesa del riconoscimento da parte del Ministero» significa solo una cosa: che quel riconoscimento non ce l´ha e che nessuno può garantire che gli venga un giorno concesso. Cosa che, nel caso della Libera Università degli Studi di Formello che lo aveva sbandierato, risultava senz´altro impossibile: la domanda non era mai stata avanzata. Ma, d´altronde, di libera università si trattava, e quindi ´libera´ di scrivere quello che vuole.

 

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