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Consulta: Italicum incostituzionale. Batosta per Governo, possibili elezioni a breve

Anche l´Italicum è incostituzionale, almeno in parte: non è costituzionale il turno di ballottaggio, ma lo è il premio di maggioranza. Quanto alle liste bloccate, i capilista eletti in più collegi non potranno più optare ma ad essi sarà assegnato il collegio con il sistema salomonico del sorteggio.
Così ha deciso la Consulta sull´Italicum. Una decisione che conduce ad una legge immediatamente applicabile
Ecco i punti sui quali si è pronunciata la Consulta secondo la sintesi diffusa da ANSA:

Stop al ballottaggio, ok a premio di maggioranza - La corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il ballottaggio previsto dall´Italicum, la legge elettorale in vigore dal luglio 2016 ´impugnata´ da un pool di legali in qualità di cittadini elettori. E´ stato invece giudicato legittimo il premio di maggioranza che la legge attribuisce al partito che supera il 40% dei voti.

Non opzione ma sorteggio per capolista eletto in più collegi - La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la disposizione dell´Italicum che consentiva al capolista eletto in più collegi di scegliere a sua discrezione il proprio collegio d´elezione. Bocciata la possibilità di opzione per il capolista eletto in più collegi, residua il criterio del sorteggio. E´ quanto ha deciso la Corte Costituzionale sull´Italicum. "A seguito di questa dichiarazione di incostituzionalità, sopravvive comunque, allo stato, il criterio residuale del sorteggio previsto dall´ultimo periodo, non censurato nelle ordinanze di rimessione".

Le reazioni dei legali e dei partiti:

"Un buon risultato anche se si poteva fare di più". Questo, da Torino, il commento ´a caldo´ di Roberto Lamacchia, uno degli avvocati del comitato che ha convinto il tribunale del capoluogo piemontese a rivolgersi alla Corte Costituzionale per un vaglio dell´Italicum. "Ha prevalso - spiega Lamacchia - il concetto del valore della rappresentanza dei cittadini e l´importanza del loro voto. Forse si è persa l´occasione per affossare definitivamente una legge che a nostro avviso era antidemocratica. Ma tutto sommato è un risultato positivo".

Renzi ai suoi, basta melina, Mattarellum o voto - Matteo Renzi è molto "soddisfatto" per l´esito della sentenza della Consulta che, ha spiegato ai suoi, a quanto apprende l´ANSA, conferma l´impianto dell´Italicum togliendo solo il ballottaggio. "Basta melina, il Pd è per il Mattarellum, i partiti dicano subito se vogliono il confronto. Altrimenti la strada è il voto", è la linea che il leader dem avrebbe indicato ai suoi.

Grillo, habemus Legalicum, puntiamo a 40% senza alleati - "La corte costituzionale ha tolto il ballottaggio, ma ha lasciato il premio di maggioranza alla lista al 40%. Questo è il nostro obbiettivo per poter governare. Ci presenteremo agli elettori come sempre senza fare alleanze con nessuno". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog in un post dal titolo "HabemusLegalicum". "C´è una proposta di legge del MoVimento 5 Stelle già depositata in Parlamento, chi non la voterà lo fa perché vuole intascarsi la pensione a settembre", attacca Grillo.

Salvini, non ci sono più scuse, al voto 23/4 - "Legge elettorale subito applicabile, dice la Consulta. Non ci sono più scuse: parola agli italiani!! Se sei d´accordo, rilancia #VOTOSUBITO". Lo scrive su Twitter il leader della Lega Nord, Matteo Salvini che a Skytg24 propone il 23 aprile come possibile data per le elezioni politiche.

Meloni, elezioni subito - "Ora che abbiamo anche una legge elettorale non ci sono più scuse: sabato 28 gennaio tutti in piazza a Roma per chiedere elezioni subito". Lo scrive su Twitter Giorgia Meloni, leader di Fdi, commentando la sentenza della Consulta sulla legge elettorale.

Fi, armonizzare i sistemi - "La decisione della Corte costituzionale in merito all´Italicum cancella definitivamente il ballottaggio, bandiera di Renzi e del renzismo. Aveva ragione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: la totale difformità tra il sistema elettorale della Camera dei deputati e quello del Senato necessita un deciso intervento parlamentare per armonizzare i due sistemi di voto. E´ quanto si legge in una nota di Forza Italia.

Boldrini, ora gruppi valutino come procedere - "I gruppi parlamentari dovranno adesso confrontarsi su come procedere, verificare la volontà politica". Lo dice la presidente della Camera Laura Boldrini, interpellata dall´ANSA a Montecitorio dopo la decisione della Consulta sulla legge elettorale.

La camera di consiglio dei giudici si era aperta alle 9,30 per esaminare i ricorsi, e le questioni giuridiche rimesse dai Tribunali alla Corte Costituzionale, con particolare riguardo a ballottaggio, premio di maggioranza, capilista bloccati e multicandidature.
I giudici che avevano rimesso le questioni alla Consulta erano stati quelli di Messina, Torino, Perugia, Genova e Trieste.
La decisione era attesa in tarda mattinata tra le 13 e le 13:30 secondo quanto annunciato già ieri dalla stessa Corte, ma evidentemente la complessità delle questioni ha richiesto un più attento approfondimento che ha determinato il ritardo.
Il giudice relatore della sentenza è Nicolò Zanon, che ha illustrato la causa è al cui intervento hanno fatto seguito quelli degli avvocati no-Italicum e a seguire dell´avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri. Ad essa, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha affidato il compito di difendere in tutti i modi la legge elettorale voluta da Matteo Renzi e dalla maggioranza del Pd.
La Corte ha ritenuto inammissibili gli interventi del Codacons e degli altri cittadini elettori che chiedevano di costituirsi nel giudizio di legittimità costituzionale dell´Italicum. Il presidente Grossi ha poi bacchettato gli avvocati anti-Italicum, criticando l´eccessiva durata dei loro interventi: "Non abusi della pazienza della Corte", ha detto in un acceso scambio con uno dei legali. E poi: "Siamo giuristi, niente comizi. La Corte deve lavorare non solo in udienza ma in camera di consiglio".
L´aspetto più problematico nelle previsioni della vigilia: il ballottaggio.
Proprio il ballottaggio era stato ritenuto il terreno piu a rischio della legge, tanto che su di esso si era concentrata l´attenzione dell´avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri, secondo il quale "la Costituzione non lo vieta".
Il fatto però che nel nostro paese non vige un sistema di tipo presidenziale era stato il principale argomento utilizzato dai sostenitori della debolezza del meccanismo. Tra le previsioni della legge che fin dalla vigilua apparivano a rischio, anche capilista bloccati e multicandidature. I più ottimisti, avevano invocato anche un intervento circa la mancata possibilità per i cittadini, quanto meno in via diretta, di scegliere, con un sistema di preferenze, i propri rappresentanti.

 

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