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"Assurdo rischiare la povertà per mantenere le folli spese della Cassa". Pezzini: "Adesso basta, in piedi e difendiamoci!"

Alberto-Pezzini
Un avvocato diventato clochard.
Lavorava all'interno dello studio del cugino – a Napoli – che poi sono stati costretti a chiudere.
Si è ritrovato dall'oggi al domani in cerca di lavoro.
A più di cinquant'anni uno che ha sempre fatto l'avvocato cosa può fare? L'avvocato.
Non ha trovato nessuno studio che lo prendesse. Vive ormai per strada.
Anche la sua famiglia – è celibe -, quella di origine (un fratello minore) gli ha girato il culo. Vive come un barbone.
La gente, la povera gente che gli voleva bene nel suo quartiere, lo aiuta.
Me lo diceva sempre un vecchio avvocato:la povera gente aiuta, i poveracci si aiutano tra di loro.
La mia domanda è:perchè finire così ?

 Vi confesso che – tra tasse, cassa avvocati, clienti non paganti, avvocati sempre più numerosi e senza scrupoli – l'ombra della miseria è uno dei miei incubi ricorrenti.
E' il cavaliere nero da cui cerco sempre di fuggire anche nei sogni.
Una volta non era così.
Si esercitava la professione con la giacca e la cravatta tutti i giorni.
Oggi, no.
L'incubo deriva dal fatto di incassare meno soldi rispetto a quelli che da esborsare in tasse e cassa.
Ce lo diciamo da sempre ma nessuno fa niente.
La Cassa va bloccata, i suoi appetiti ultravoraci stoppati e tutti i soldi che inghiotte vanno almeno in parte redistribuiti agli avvocati che non ce la fanno più.
Le fasce reddituali vanno ricalibrate.
Non è possibile arrivare a cinquant'anni e svenarsi per un qualcosa di astratto, troppo astratto.
La vicenda di Ludovico è triste, è amara, ma soprattutto è una cosa concreta e reale.
Fin troppo.
Interrogarsi sulla sua causa e sulla origine di cotanta sciagura non può ridursi ad essere un puro esercizio da tavolino.
Non possiamo più permetterci di mantenere i paperoni della cassa – lo scrivo in minuscolo perchè mi hanno disgustato – e pensare di non fare niente per noi stessi.

 Fare qualcosa per uno come Ludovico di Napoli significa difendere soprattutto noi.
A cinquant'anni un avvocato ha il diritto di stare tranquillo almeno economicamente.
E' a metà dell'opera.
Della giovinezza sono i processi più tempestosi, quelli dove ha affrontato le battaglie più aspre. Ora, davanti a sé, ha battaglie magari anche più cruente. Ma con un bagaglio di esperienza, e soprattutto un retroterra economico che ci deve essere.
Non si può andare in miseria per pagare la cassa.
O perchè i clienti non pagano, O perchè lo Stato ti chiede tutto quello che hai incassato, o la gran parte. Mettiamocelo in testa.
E facciamo qualcosa.
Una buona volta.
Non possiamo vivere senza avere attraversato la linea d'ombra di Conrad.
E ricordiamoci che – come dice sempre un amico – non sono gli uomini a cambiare nel tempo.
Sono i guai, a cambiarli.

 

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