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Claudio è stato ucciso, dalla sua scuola

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 Lui è Claudio, è morto negli States. I suoi genitori erano giunti a New York sabato scorso, giorno del suo diciottesimo, lui non c'era più. Il perchè, lo ha appena spiegato da New York l'avvocato della famiglia: Claudio l'ha fatta finita perchè non ha retto a un trattamento inimmaginabile, culminato in un isolamento di tre giorni. Alla sua Scuola americana, prestigiosissima e costosissima, non era bastato espellerlo per averlo sorpreso a copiare un compito importante per il conseguimento del diploma che gli avrebbe aperto le porte delle migliori Università, doveva punirlo prima di rimandarlo a casa. Fanno così da sempre. Isolano le "pecore nere" separandoli dagli altri studenti che condividono con loro gli alloggi. Chi è punito non può uscire: fuori della porta, un uomo della security.

 A Claudio era successo mesi fa: una festicciola in camera. Recidivo, per questo lo hanno espulso, e "condannato" a una detenzione di tre giorni. Pasti lasciati fuori dalla camera, e una pressione psicologica insopportabile. Prima lui, poi la sorella, colpevole di nulla, ma posta in isolamento anche lei, appena saputo che Claudio si era ucciso. Agghiacciante.

Claudio Mandia è morto e siete stati voi ad ucciderlo, e poi a cercare di depistare, come negli States riuscite a fare con una maestrìa che non teme confronti. Parlando di malore, giochi estremi e violenze, e quando non avevate più nulla da dire, di suicidio, come se questo valesse ad assolvervi da un crimine del quale noi italiani, e non solo i poveri Familiari di Claudio, vi chiamiamo ora a rispondere, perchè ne abbiamo il diritto, e il diritto di conoscere quale sia stato il "trattamento inimmaginabile" cui l'avete sottoposto, le "misure primitive mentre era rinchiuso in isolamento". Separato con brutalità inusuale a colpevoli di reati gravissimi, da tutto il suo mondo.

 No, non me la sento, Claudio, di caricarti addosso la croce, e dire che la vita è unica e preziosa, che una delusione è nulla al suo confronto, che sempre siamo chiamati alla resilienza e al coraggio. Che è pur vero ma anche tremendamente ipocrita. Ha ragione Crepet: «La scuola, se non può essere la prevenzione del suicidio, che almeno lo sia del disagio». Le Scuole pubbliche saranno pure piene di problemi, ma non lasciano soli gli studenti, e aiutano quelli fragili. Le Scuole americane, molto spesso no. 

Sì, per me è omicidio. Siete stati proprio voi ad ucciderlo, in quel maledetto lager.. Riposa in pace, Claudio, ora sei in un mondo migliore.

 

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