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Una buona nuova sembra intravedersi all'alba dell'iter di approvazione del nuovo Decreto Legge fiscale per l'anno 2020, e purtroppo sembra essere una delle poche norme che tentano di supportare la lieve crescita economica che stiamo caratterizzando.
La nuova agevolazione, sulla falsa riga del settore dei bonus per l'edilizia già esistenti, prevede un credito fiscale del 90% per chi nel 2020 avvierà il restauro della facciata di casa o del condominio, in centro storico o periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni; un notevole aiuto dunque a chi vuole riportare la facciata di casa all'antico splendore.
Oltre alla solita serie di proroghe delle agevolazioni sugli interventi di riqualificazione energetica, ristrutturazioni e acquisto nuovi mobili e grandi elettrodomestici, il provvedimento in cantiere introduce per il 2020 una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici - bonus facciate - per dare un nuovo volto alle nostre città. Per il Centro studi dell'Associazione nazionale costruttori edili il giro d'affari che potrebbe essere innescato dal nuovo incentivo vale almeno 2,8 miliardi di euro l'anno. La stima dell'Ance si basa sugli effetti finanziari previsti nel Documento programmatico di bilancio, che prevede per il "bonus facciate" un costo complessivo per l'erario di circa 112 milioni di euro nel 2021, il primo anno in cui si manifesteranno gli effetti finanziari sul bilancio statale.
Il governo prende spunto così dalla famosa legge francese degli anni sessanta - la cosiddetta loi Malraux, - dal nome André Malraux, ministro della Cultura tra il 1959 e il 1968 -, che ha cambiato l'immagine di molte città della Francia. Il nuovo «bonus facciate» dovrebbe introdurre quindi nel nostro ordinamento, per l'anno 2020, un credito di imposta del 90% per le spese sostenute per il restauro e il recupero delle facciate degli edifici. Come già per altre misure destinate a promuovere gli interventi di miglioramento edilizi il bonus servirà a rilanciare la cura degli stabili, la riqualificazione del patrimonio edilizio e il risparmio energetico con effetti immediati sull'occupazione nel settore edilizio, sul decoro urbano e sulle entrate fiscali.
Le proroghe previste dalla manovra 2020 riguardano invece la detrazione, sempre da suddividere in 10 quote annuali, per gli interventi di ristrutturazione edilizia al 50%, utilizzabile fino al 31 dicembre 2020. Stesso termine anche per bonus al 50% o 65% per l'efficienza energetica , installazione di pannelli solari, di impianti dotati di caldaie a condensazione almeno in classe A con sistemi di termoregolazione evoluti, di micro-cogeneratori, di dispositivi per il controllo da remoto degli impianti. Anche in questo caso l'agevolazione è da suddividere in 10 rate annuali, e anche per gli immobili degli Istituti autonomi per le case popolari. Prorogato a tutto il 2020 anche il bonus fiscale per l'acquisto di mobili e grandi elettrodomestici di classe energetica elevata finalizzati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione.
Ovviamente ricordo che, per l'effettivo ristoro finanziario del bonus maturato, il contribuente deve trovarsi nella condizione di "debitore di imposta IRPEF" in seno al proprio modello fiscale (Modello Unico o modello 730). Il contribuente quindi deve avere un debito IRPEF per poter dedurre l'eventuale Bonus maturato; se il contribuente, per le sue condizioni reddituali e/o familiari, non risulta debitore d'imposta il beneficio si perde in quanto può essere usato fino a compensazione del debito dell'imposta.
Ogni contribuente ha diritto a detrarre la quota spettante nei limiti dell'Irpef dovuta per l'anno in questione. Non è ammesso il rimborso di somme eccedenti l'imposta dovuta annualmente.
Comunque, nella pochezza delle altre norme contenute nella bozza di D.L. fiscale, finalmente una norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane e fungerà da volano di un comparto trainante dell'intera economia nazionale.
Meditate contribuenti, meditate.
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