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Ayrton Senna, la leggenda e quell'1 maggio a Imola

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 "I ricchi non possono vivere su un'isola circondata da un oceano di povertà. Noi respiriamo tutti la stessa aria. Bisogna dare a tutti una possibilità."

Ayrton Senna non era un pilota di Formula1, no. Era lui la Formula1. E non era uno dei più grandi campioni della storia, lui era la storia. Senna stava alla Formula1 come Pelè al calcio. Brasiliani entrambi.

 Ma soprattutto, Ayrton donava in beneficienza parte dei suoi guadagni. Cosa ancora più bella, facendo tutto in segreto. Quando morì, fu la sorella Viviane a scoprirlo, e tutti capirono il perchè delle sue parole di alcuni anni prima:. "Sono nato ricco in un paese povero, è mio dovere redistribuire almeno una parte della mia ricchezza a chi vine nella miseria".

 Ayrton Senna era un extraterrestre, non era fatto per questo mondo. Tanto che l'1 maggio di 29 anni fa se ne andò a correre nelle piste celesti, a seguito delle ferite riportate in un incidente occorso alla curva Tamburello di Imola, lasciando il popolo della Formula 1 impietrito. Era giovanissimo, ma aveva dimostrato tutto: di essere il più grande e di essere un uomo straordinario.

 

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