Come un uragano che al suo passaggio lascia un panorama profondamente modificato. La crisi economica ha cambiato il volto di buona parte degli studi legali in Italia e non solo. Qualcuno non ce l´ha fatta, qualche altro ha cercato new business e altri hanno preferito cambiare pelle. Oppure semplicemente modello. Negli Usa e in Inghilterra, per esempio, i più importanti studi legali stanno creando una «seconda linea», composta da colleghi più giovani, meno costosi, specializzati in settori meno esclusivi. Un po´ come accade nella moda dove le griffe, insieme alla linea «pret a porter» ne propongono una meno sofisticata e alla portata di un pubblico più ampio. Un modello che potrebbe trovare seguaci anche in Italia? «Ho qualche dubbio — afferma Filippo Modulo, managing partner di Chiomenti — in Italia il doppio mercato è più complesso. Noi per esempio abbiamo scelto di fare una distinzione al rialzo e non al ribasso. Puntiamo sui giovani talenti e alla loro valorizzazione grazie all´esperienza che fanno accanto ai migliori colleghi dello studio. Basti pensare che il 95% dei nostri soci è cresciuto all´interno».
La struttura
Forse è anche per questo che Chiomenti ha ricevuto il prestigioso premio internazionale di categoria, Financial Times-Mergermarket European M&A Awards 2016, come Legal advisor M&A of the year for Italy. Lo studio conta 300 tra avvocati e commercialisti, con una spiccata vocazione internazionale e sedi a Roma, Milano, Londra, Bruxelles, Pechino, Shanghai, Hong Kong e New York. «Siamo convinti — continua Modulo — che si possa sempre fare di più, che, offrendo un approccio innovativo e originale, si possa sempre puntare all´eccellenza per valorizzare al meglio l´attività dei nostri clienti e con loro costruire valore economico e sociale. Offriamo oggi una consulenza multidisciplinare integrata, per aiutare i clienti a cogliere le opportunità superando la complessità delle variabili normative che incidono sulle scelte d´impresa». L´innovazione di modello però può cambiare l´approccio al business: è per questo che da Chiomenti sono nate le «business unit»: non più specializzazioni verticali (giuslavoristi, penalisti, amministrativisti ecc.) ma orizzontali. «Partiti con la Business Unit Real Estate e poi quella Energy — spiega il managing partner — l´ultima nata è la Business Unit telecomunicazioni e public affairs. In questo modo lavorano in team gli specialisti legali di un´area specifica in modo da offrire il miglior servizio possibile ai nostri clienti».
Strategie
Una tendenza che si sta diffondendo anche in altri grandi studi legali e che potrebbe rappresentare un nuovo modello di riferimento per il futuro. Intanto però l´avvocatura fa ancora tanta fatica ad accettare la multidisciplinarità. Una resistenza evidenziata anche nell´ultima legge di riforma forense. «Le riforme guardano più agli studi individuali o padronali che rappresentano la tradizione e il modello storico dell´avvocatura in questo paese. È normale gli organismi di rappresentanza guardino con maggiore attenzione le realtà più piccole anche se noi, da qualche tempo, stiamo cercando di promuovere la conoscenza di un modello diverso come quello degli studi associati. La cultura individuale nasce da quella che è la storia dell´avvocatura in questo paese ma gli scenari stanno cambiando e lavorare in un grande studio associato cambia l´approccio alla professione». Intanto il 2016 ha visto una lieve inversione di tendenza per la categoria e il 2017 si annuncia come un anno interessante. «In effetti — conferma Modulo — quello che sta per concludersi è stato un anno molto intenso per grandi acquisizioni e movimenti di mercato. Basti pensare a quello che è successo nel mondo bancario. Per il prossimo anno i segnali lasciano presagire un´attività ancora più intensa. È evidente l´interesse degli investitori stranieri verso il made in Italy ma la sensazione è che l´anno prossimo i protagonisti non saranno soltanto i capitali stranieri. Ci saranno movimenti di gruppi italiani. I segnali vanno tutti nella direzione di un maggiore fermento». E questa è sicuramente una buona notizia per tutto il mondo dell´avvocatura*
*di Isidoro Trovato, pubblicato su Corsera 27 dicembre
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