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Anaffettività, quel grande freddo dentro. Quando lui (o lei) è incapace di amare

Anaffettività, quel grande freddo dentro. Quando lui (o lei) è incapace di amare

In psicologia per anaffettività si intende l'incapacità dell'individuo sia di provare che di esprimere affetti, sentimenti ed emozioni, con una grave trascuratezza quindi degli investimenti relazionali. L'anaffettività è spesso un atteggiamento difensivo "utilizzato" per schermarsi da emozioni troppo forti ed invasive, o considerate dall'individuo come tali, dalle quali appunto è necessario "difendersi". Ad esempio, un'esperienza passata sentimentale molto dolorosa, può portare il soggetto a chiudersi di fronte a future esperienze relazionali perché, per qualche motivo, secondo lui potrebbero risultare anch'esse dolorose come la precedente, portandolo a mettere in atto comportamenti "anaffettivi" come schermo di sicurezza da eventuali coinvolgimenti e stati d'animo. L'anaffettività se non è legata a esperienze intime dolorose di un passato recente, può anche essere il risultato difensivo da esperienze di infanzie infelici, come traumi, situazioni di violenze, di abusi, di abbandono, di trascuratezza.

Ecco allora cosa accade: la paura di soffrire nuovamente porta l'individuo a distaccarsi dalle proprie emozioni come se non provando sentimenti teneri ed affettuosi, quindi anestetizzandosi, si possa tenere lontano da ulteriori esperienze traumatiche o di infelicità.
Una nota importante sul tema è il contagio dell'anaffettività: un genitore che non sa trasmettere il senso della cura emotiva, e quindi il calore affettivo, è probabile che educhi un figlio all'anaffettività, e così via, quasi in una sorta di epidemia che si trasmette in maniera intergenerazionale.
Ci si rende facilmente conto di come sia difficile o forse impossibile con tali premesse poter creare e sostenere rapporti di intimità, anche perchè il soggetto coinvolto è solito giustificare costantemente le proprie modalità, non accettando quasi mai l'etichettamento del "meccanismo di difesa" in atto nel suo modus vivendi le relazioni interpersonali.
In realtà però quest'incapacità di amare e di potersi donare liberamente comporta un disagio ed una sofferenza fortissimi.
Cosa fa chi non può amare un'altra persona? Amerà, ahimè, enormemente il lavoro, lo sport, l'attività del tempo libero, fino a spingersi su ciò ad alti livelli di investimento di tempo e risorse personali; può altresì dare particolare importanza agli aspetti materiali della vita, portandosi ad un accumulo di "cose" che non sono altro che il rispecchiamento di un grande vuoto interiore, ma che servono a garantire un attuale piacere illusorio. Tutto ciò, a lungo andare, può "guastare" il vero Sé, allontanando l'individuo dalla propria identità, a dispetto di un'altra dionisiaca, superficiale e fittizia.
Attenzione, bisogna ricordare che essere anaffettivi non significa essere perdenti nel raggiungimento degli obiettivi nella propria vita, sia di coppia che lavorativa, ma essere anestetizzati alle emozioni, come se dentro se stessi ci fosse un grande freddo.
Risulta importante sapere che dall'anaffettività nata da esperienze passate negative ci si può "liberare", può essere infatti determinante un importante e sano incontro per un buon cambio di rotta nella personalità del soggetto e quindi modalità di vivere le proprie relazioni, è altrimenti consigliato un supporto di natura psicologica.

Denebola Ammatuna, Psicologa

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