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Alfredino, l'Angelo di Vermicino

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 Lui è Alfredino, "è" e non "era" perché è e per sempre rimarrà nella memoria di tutti noi. Era il 10 giugno 1981 quando Alfredino cadde in quel pozzo. Uno dei momenti della storia della nostra Repubblica insieme al sequestro Moro e alle stragi di mafia, che ci tenne tutti col fiato sospeso, che ci fece sentire un popolo, tutti padri e madri e fratelli e sorelle di quel bambino. Un momento durato tre giorni, interminabili. Purtroppo conclusisi con la morte del piccolo Alfredino Rampi a Vermicino, nei pressi di Frascati.

 La lunga diretta del TG1, la presenza silente del presidente Sandro Pertini, i tanti soccorritori eroi, che a turno si calarono in un pozzo con un diametro di 28 cm e una profondità di 60 metri. Inutilmente. Mai, noi tutti così uniti. Mai, neppure in questa occasione, un solo che fosse riconosciuto colpevole. Alfredino non ha avuto giustizia, i suoi cari con Lui.

 «Volevamo vedere un fatto di vita, e abbiamo visto un fatto di morte. Ci siamo arresi, abbiamo continuato fino all'ultimo. Ci domanderemo a lungo prossimamente a cosa è servito tutto questo, che cosa abbiamo voluto dimenticare, che cosa ci dovremmo ricordare, che cosa dovremo amare, che cosa dobbiamo odiare. È stata la registrazione di una sconfitta, purtroppo: 60 ore di lotta invano per Alfredo Rampi». Così, Giancarlo Santalmassi durante l'edizione straordinaria del Tg2 del 13 giugno 1981. In italia, sono 7 i comuni che hanno dedicato un luogo ad Alfredino. Troppo pochi.

R.I.P. angelo.

 

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