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Al via l’esame dello schema di D.M. recante modifiche ai parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense.

Ha preso il via il 30 maggio scorso l'esame dello schema di decreto ministeriale (atto del Governo 392) recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Ministero della Giustizia 10 marzo 2014 n. 55, concernente la determinazione dei parametri per la liquidazione dei compensi per la professione forense. Come ricordato dal relatore, On. Roberto Cataldi, del movimento 5 stelle, lo schema sottoposto alla valutazione della commissione giustizia dà attuazione alla previsione di cui all'articolo 13, comma 6, secondo cui i parametri devono essere rivisti con cadenza biennale su proposta del Consiglio Nazionale Forense.

Molte le novità introdotte dallo schema, tutte unificate, come affermato dallo stesso relatore (che ha parlato di "fondata e condivisibile ostilità verso la locuzione "di regola") dal preciso intento di ridurre drasticamente i margini di discrezionalità ancora riservati al magistrato nella determinazione dei compensi degli avvocati.

Tra le novità di maggior rilievo, l'eliminazione della facoltà del magistrato, attualmente prevista, di determinare la percentuale del rimborso delle spese forfettarie - che dovrà dunque essere sempre del 15% - nonché l'esclusione del margine di discrezionalità in ordine all' aumento o diminuzione da applicare sui valori medi in relazione alle caratteristiche, all'urgenza e pregio dell'attività prestata, importanza, natura, difficoltà e valore dell'affare, condizioni del cliente, risultati conseguiti, numero e complessità delle questioni giuridichee di fatto trattate, che, come previsto dallo schema ora al vaglio della Commissione Giustizia, dovrà sempre essere applicato nei limiti del 50% sia in aumento che in diminuzione.

Anche l'incremento del 30% al professionista utilizzi strumenti telematici che agevolino la consultazione o la fruizione degli atti depositati , sarà sottratto alla valutazione discrezionale del magistrato, così come quello previsto per il caso in cui l'avvocato assista più parti aventi la medesima posizione processuale.

Il parametro unico previsto per la volontaria giurisdizione, secondo lo schema di decreto, troverà poi applicazione solo per i procedimenti non aventi natura contenziosa, mentre per quelli trattati nel ruolo contenzioso troveranno invece applicazione le tabelle relative alle attività svolte in concreto.

Lo schema di decreto ministeriale, inoltre, accoglie alcune proposte del Consiglio Nazionale forense, dirette, da un lato, ad incentivare la conciliazione delle controversie e, dall'altro, disincentivare le liti temerarie:

ci si riferisce, nel primo caso, alla previsione che, in caso di conciliazione, introduce l'aumento del compenso professionale di un quarto rispetto a quello previsto per la fase decisionale e, nel secondo, alla previsione che impone la riduzione del medesimo compenso fino al 75 per cento in caso di responsabilità aggravata del difensore .

Lo schema introduce, inoltre, modifiche anche ai criteri di liquidazione attualmente previsti per l'attività stragiudiziale, eliminandone l'onnicomprensività e introducendo un nuovo criterio che prende in considerazione "ciascuna parte o fase autonoma che compone l'affare".

Infine, due importanti novità: l'introduzione dei compensi a tempo - rispetto ai quali viene indicato un parametro di liquidazione indicativo cha varia da un minimo di 200 ad un massimo di 500 euro per ogni ora o frazione di ora superiore ai 30 minuti - e l'elaborazione di una nuova tabella dedicata alle attività relative all'accertamento del passivo nel fallimento.

Le nuove disposizioni, secondo quanto previsto nello stesso schema di decreto, non troveranno però applicazione generalizzata, bensì solo relativamente alle prestazioni professionali esaurite successivamente all'entrata in vigore del provvedimento.

Lo schema è stato accolto con entusiasmo dalla Commissione sia perché ritenuto in linea con gli sforzi deflattivi compiuti dalla riforma della giustizia, sia perché ha recepito integralmente le proposte avanzate dall'avvocatura in sede di confronto con il Governo.

 

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