VENTIDUE MAGGIO

 Manca un giorno al giorno del ricordo del sacrificio di Giovanni Falcone, Francesca, Vito, Rocco e Antonio e guardo questa scalinata, realizzata a Castrofilippo. Ogni gradino ricorda il sacrificio di qualcuno, ha un nome: Rocco, Peppino, Paolo, Rosario, Giovanni. Il nome di un bambino, Giuseppe. Ucciso anche lui, e sciolto nell'acido, nulla ne è rimasto.

 Quei gradini raccontano storie, bisogna sapere salire e scendere con delicatezza. Basta scorrerne i nomi, tutti amavano la vita, e non ci sono più. Tanto dolore, anche per i sopravvissuti. I familiari, e non solo. Una sera di qualche anno fa mi trovai, a cena, di fronte Giuseppe Costanza, l'autista di Giovanni Falcone. Gli chiesi come fosse riuscito a sopravvivere a quell'inferno, ascoltai impietrito la sua risposta: "Guido io, mi disse il giudice quel giorno, Tu siediti dietro, così mi salvai". Poi aggiunse: "Me ne porterò sempre una colpa. Sopravvivere è stato peggio".

 Sarebbe bello se tutte le nostre Città avessero la propria scalinata della memoria. Ma non solo per tributare un omaggio agli eroi, ma perchè si dica: "Ecco, giuriamo di onorarli con il nostro esempio, di rispettare le leggi, di combattere i mafiosi, di bandire i corrotti". Sarebbe bello chiedere ai ragazzi di colorarla, ai poeti di raccontarvi poesie, ai musicisti di liberare le loro corde. Una specie di Hide Park Corner, aperto a chi ha qualcosa da dire, da proporre, a coloro che non hanno mai avuto voce. Per dire una cosa su tutte, che dar l'esempio è la cosa più importante, quella che muove la storia, ed è per questo, e soprattutto per loro, che guardando al giorno di Capaci, non dobbiamo tanto "celebrare" ma essere credibili.