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Riforma Giustizia, c'è l'accordo: stop a "porte girevoli", avvocati valuteranno magistrati, funzioni separate!

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Importanti novità all'orizzonte e autentici totem che potrebbero saltare da un momento all'altro. Pochi minuti fa, come anticipato da alcune agenzie di stampa, il premier Mario Draghi, nel corso di una riunione con i leader della maggioranza e la ministra Marta Cartabia, avrebbe concertato una linea di condotta attorno alla proposta di riforma del Csm.

In particolare, rivela Ansa - citando "fonti di Forza Italia" - il Governo "non chiederà un voto di fiducia e il Parlamento sarà sovrano" sulla riforma della giustizia. Inoltre, sarebbe stato concordato il "no alle 'porte girevoli'" anche per "ministri, sottosegretari e assessori, una stretta sui fuori ruolo e il voto degli avvocati sugli avanzamenti di carriera dei magistrati" e "la separazione delle funzioni". 



Intanto, il Governo sta esaminando in CdM lo schema della riforma del Csm con alcune importanti novità. Tra queste, quella secondo cui i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari che abbiano ricoperto cariche politiche elettive alla fine del mandato "sono collocati in posizione di fuori ruolo presso il ministero di appartenenza oppure, per i magistrati amministrativi e contabili, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ovvero sono destinati allo svolgimento di attività non direttamente giurisdizionali, né giudicanti né requirenti". Ed inoltre, gli stessi soggetti, che abbiano rivestito incarichi apicali nei ministeri o incarichi di governo, alla fine e per tre anni non potranno tornare alle funzioni giurisdizionali.

I membri del Csm, secondo lo schema, torneranno a 30 di cui 20 togati e 10 laici. Di grandissimo rilievo un'altra innovazione: gli Avvocati potranno, infatti, esprimersi in sede di Consiglio Giudiziario sulla professionalità dei magistrati attraverso un voto, nell'ipotesi almeno in cui il Consiglio dell'Ordine abbia segnalato formalmente alcuni comportamenti scorretti da parte del magistrato sottoposto a valutazione. Ed infine, ciliegina sulla torta, fine della cumulabilità tra funzioni giurisdizionali e incarichi politici, anche se le stesse fossero esercitate in territori diversi tra loro.  

 

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