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Nadia Toffa, “Non fate i bravi" Una scelta di vita: Sensibilità e Amore

rizzo

 "Il nostro tempo ha bisogno di consumare sempre nuovi eroi. Nadia Toffa lo è diventata, suo malgrado. Giornalista, protagonista di inchieste coraggiose per la trasmissione le Iene, grazie alla bravura professionale, alla immediata simpatia e autenticità, si è imposta all'attenzione di milioni di persone, giovani e meno giovani. La malattia che l'ha colpita, e che Nadia non ha mai nascosto, l'ha avvicinata alla sofferenza di tanti malati che hanno potuto rispecchiarsi in lei e sentirsi meno soli, e più capiti. Questo libro rivela i suoi pensieri degli ultimi mesi, tra il gennaio e il giugno del 2019, quando, dopo i molti attacchi subiti sulla rete in seguito alla decisione di rendere pubblica la sua condizione, Nadia ha scelto di rimanere in silenzio, mettendo fine alle polemiche. Il suo desiderio, espresso alla mamma Margherita, era che i testi da lei scritti fossero pubblicati, per non nascondere nulla e continuare a essere sé stessa fino alla fine. Per l'umanità, la carica vitale e esempi che Nadia ci ha lasciato, come ha scritto don Patriciello, abbiamo verso di lei un forte debito di riconoscenza"cosi possiamo leggere nell' Habstract del libro. Ma chi era Nadia Toffa (1979-2019)?

Comincia a collaborare con televisioni locali "Telesanterno" (2003) e "Retebrescia" (2003-2008) e nel 2009 il grande salto: approda alla Mediaset con la famosa trasmissione televisiva "Le Iene" di Italia Uno, "… come inviata ha realizzato servizi di denuncia sociale su temi nodali della contemporaneità quali la ludopatia, la prostituzione minorile, lo smaltimento illecito dei rifiuti, l'inquinamento ambientale e le patologie da esso causate in territori a rischio dell'Italia meridionale".

Fin dalla più giovane età si era dedicata al giornalismo, soprattutto a quel giornalismo d'inchiesta di cui si sente una grande mancanza. Quelle inchieste "pericolose" che danno fastidio, soprattutto, a quegli ambienti malavitosi: un'accozzaglia di mafiosi, politici, amministratori locali.

 Nel 2014 pubblica per le edizioni Rizzoli, "Quando i gioco si fa duro", con un sottotitolo che esprime chiaramente il tipo di denuncia, senza "se" e senza "ma": "Dalle slot machine alle lotterie di Stato: come difendersi in un Paese travolto dall'azzardomania".

Nel 2018, pubblica da Mondadori, "Fiori d'inverno. La mia storia", un grande atto di "etica sociale", di desiderio di condivisione di una malattia, il "cancro" lo ha scritto chiaramente senza infingimenti, ma che ha colpito anche intere famiglie, per la sofferenza dell'ammalato e di tutti i famigliari e gli amici che hanno offerto amore e dedizione fino all'ultimo giorno di vita.

"Ho sempre creduto che la vita fosse disporre sul tavolo, nel miglior modo possibile, le carte che ti sei trovato in mano. Invece all'improvviso ne arriva una che spariglia tutte le altre, e la vita è proprio come ti giochi quell'ultima carta.

Per ciascuno di noi l'esistenza è costellata di eventi che in prima battuta sono sembrati inaffrontabili, e invece poi hanno portato a una rinascita, a un nuovo equilibrio. Penso che ci sia un ordine più saggio che governa il mondo e di cui spesso ignoriamo il senso, la prospettiva. Per questo ho una grande fiducia, mi alzo sempre col sorriso. Certo che preferisco il sole, ma quando ci sei in mezzo scopri che anche la neve ha la sua bellezza. La malattia, l'avere bisogno di aiuto, mi hanno costretto a riprendere contatto con la mia parte più tenera e indifesa, quella più umana. Era come se mi fossi dimenticata che la fragilità non è una debolezza, ma è la condizione dell'essere umano ed è proprio lei che ci protegge, perché ci fa ascoltare quello che proviamo, quello che siamo, nel corpo e nel cuore.
Nadia".

Ma questo gesto di grandissima umanità, come avviene purtroppo molto spesso, ha suscitato la canea della "rete" che ha reagito con l'unico modo di cui è capace: l'insulto, le offese più incredibili e chi più ne ha, più ne mette!

Nel 2020, per i tipi della casa editrice TEA, è stato pubblicato postumo "Non fate i bravi. La testimonianza che ci ha lasciato", una raccolta di pensieri e riflessioni. Scrive la signora Margherita Toffa, madre di Nadia: "I testi qui raccolti – un inno alla vita che tutti possono sentire - li ho ricevuto da Nadia con la precisa richiesta, fatta anche all'editore di pubblicarli. Sono stati scritti nei momenti del silenzio, in cui mia figlia ha iniziato a instaurare un dialogo intimo con il suo cuore".

 Interessante anche l'omelia, "Il coraggio e l'umiltà di Nadia" di don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, tenuta durante i funerali di Nadia il 16 agosto 2019, che troviamo in appendice al libro, dove ci sono anche due interessanti articoli apparsi sul quotidiano della Conferenza episcopale italiana, "L'Avvenire".

E' un libro che si fatica a recensire, perché ogni pagina ti avvinghia, con il cuore e con l'anima, e anziché recensirlo vorresti ricopiarlo pagina per pagina.

Eccovi una chicca, una delle tantissime, tratta da questo libro dal titolo Impariamo dalle rose: "L'umiltà ti consente di conoscere i tuoi limiti e i tuoi pregi. E' il vivere nel proprio piccolo, senza strafare. Ma non devi permettere a nessuno di umiliarti. L'orgoglio trasforma una buona anima in un demone tentatore. L'umiltà discende dagli animali, puri dall'orgoglio e dalla mania di grandezza. E' l'uomo che vuole passare alla storia, cercando così una sorta di immortalità. Gli umili sono cortesi e superiori, nobili come le rose, che profumano di natura e non si sono sforzate per essere le regine del giardino. Non c'è vanto perché non hanno faticato per essere le protagoniste indiscusse dei prati. Sono nate così. Umiltà prodigiosa e disincantata. Perdoniamo l'egocentrismo di chi non trattiene la propria vanagloria, superba presunzione che vanta e accresce il proprio ego. Ma è un limite, una mancanza di profondità. La spocchia prima o poi verrà a galla, come le bolle d'aria vanno verso l'alto nell'acqua. La loro natura si paleserà e noi la osserveremo considerando i limiti della debolezza umana".

Buona e feconda lettura. 

 

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