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Mariella, il Coa di Gela si tinge di rosa: "Ciò che dico alle Colleghe? Non piangiamoci addosso"

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Dopo Emanuela Tumino, eletta presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Ragusa, a far tingere ulteriormente di rosa l'avvocatura siciliana è l'elezione, da parte dei Colleghi del Foro di Gela, di Mariella Giordano, eletta presidente dell'ordine locale, succedendo così all'avvocato Gioacchino Marletta. Mariella Giordano è stata scelta all'unanimità dagli altri componenti di un Consiglio dell'ordine solo parzialmente rinnovato, e dunque nel segno di una sostanziale continuità, che vede come consigliere segretario l'avvocato Giuseppe Condorelli, come consigliere tesoriere l'avvocato Pietro d'Aleo, ed infine, come ulteriori membri, gli avvocati Viviana Altamore, Rosario Giordano, Liliana Bellardita, Giuseppe D'Aleo, Giuseppe Fiorenza e Angelo Licata, gli ultimi due non facenti parte del consiglio uscente, proprio come la neo-presidente.

Siamo andati ad intervistarla il 15 febbraio, un giorno invernale atipico, visto che su Gela splende il sole. L'aspettiamo all'ingresso, di prima mattina, e finalmente la presidente arriva, e sono in tanti i colleghi a farle ancora una volta le congratulazioni per la sua elezione. Ci conduce nella sede del consiglio dell'ordine. "Questa mattina sono un po' di fretta", ci anticipa. C'è un collegamento via skype, sul tardi un altro impegno istituzionale, Ci sono molte cose da fare.

La prima domanda è, in qualche modo, di rito: "Perché secondo te gli avvocati di Gela hanno scelto, per la prima volta nella propria storia, di eleggere quale presidente del loro consiglio dell'ordine, una donna?"

"Io credo", ci risponde, "che i colleghi abbiano semplicemente inteso individuare una persona che potesse assicurare una reale rappresentanza, cercando, in qualche modo, di riuscire ad interpretare le esigenze di tutte le componenti di questo piccolo foro. Oltre a questo", prosegue, "credo che abbia inciso un secondo elemento. Io sono un avvocato della vecchia guardia, che si è sempre occupata di tutto, di civile, di penale come anche di amministrativo, benché la mia principale passione sia quella del diritto di famiglia, ed infatti sono anche mediatore familiare. Adesso si parla molto di specializzazioni, ed è giusto che ciascun Collega tenda, per quanto possibile ed assecondando i propri interessi, a concentrare la propria attenzione professionale su un singolo settore, ma una volta l'avvocato tendeva a garantire ai propri clienti una assistenza generale. Per tanti anni io stessa mi sono occupata di tutto, ed è probabilmente anche questo che ha attirato su di me la fiducia di molti Colleghi che hanno ritenuto che la mia figura potesse sintetizzare tutti i percorsi e le esigenze del foro, per farlo ulteriormente crescere".

"Quali sono, presidente, le caratteristiche del circondario di Gela?"

"Il nostro è un tribunale piccolo sotto il profilo strettamente dimensionale, ma importante, e non solo per ragioni storiche. In ogni caso, le dimensioni contano fino ad un certo punto. Le istituzioni, infatti, sono chiamate a preoccuparsi anche e soprattutto dei piccoli tribunali, perché anche lì si concentrano le attese dei cittadini, e sarebbe per questo riduttivo accendere i riflettori sulle esigenze dei grandi contesti, o discutere solamente di massimi sistemi. Tra l'altro", aggiunge Mariella, "lasciatemi dire che sono orgogliosa del nostro Foro, le cui istanze cercherò di rappresentare al meglio delle mie possibilità. Si tratta di un Foro giovane, motivato ed in crescita. Ci sono tanti avvocati più o meno della mia generazione, ma ci sono anche tantissimi giovani, che desiderano emergere, e non solo in un contesto locale. Determinante, per questi fini, è il primo punto del mio programma, la formazione".

"Puoi dirci qualcosa di più sulle tue intenzioni?"

"Certamente. Tutti noi sappiamo quanto sia importante essere preparati. Il professionista preparato, formato, è in una botte di ferro. L'avvocato preparato può rapportarsi al meglio con i clienti, che sono sempre più esigenti, con i colleghi, con i magistrati. Il nostro consiglio dell'ordine ha storicamente, ed anche recentemente, investito tantissimo sulla formazione. Gela ha una bella scuola per la formazione dei praticanti, ma stiamo cercando di fare di più. Stiamo infatti costituendo un consorzio, del quale faranno parte anche altre realtà istituzionali, tra le quali l'Università. Presto lo renderemo operativo. Ciascuno manterrà la propria autonomia ma cercando di porre al servizio di tutti le proprie specificità, così contribuendo a mettere in circolo conoscenze determinanti per una crescita complessiva. Ecco perché punto molto sulla formazione, ma il nostro programma non si riduce solo alla formazione, per quanto importante..."

"Quali gli altri punti presidente, vuoi elencarceli anche solo per titoli?"

"Certamente, sarò telegrafica: una maggiore collaborazione, vicinanza tra l'assemblea degli avvocati e il Consiglio dell'ordine, ed uno sportello, una sorta di front office, a beneficio dei Colleghi. Questo, per limitarmi alle prime due, importanti cose che mi vengono in mente. Ma cercheremo di fare anche dell'altro"

"Alcuni Consigli dell'ordine, in stretto raccordo con la residenza dei tribunali, hanno in questi ultimi tempi puntato molto sulla predisposizione di spazi a beneficio delle neo mamme e dei neo papà, pensiamo in proposito, per citare due esperienze territorialmente vicine, a quanto è stato fatto a Ragusa e, soprattutto, a Siracusa. Sale attrezzate, con fasciatoi e biberonerie, ed altro ancora. C'è spazio anche qui per questo?"

"Si tratta di esperienze importanti, come tutto ciò che può aiutare le Colleghe e i Colleghi a svolgere nelle migliori condizioni il proprio lavoro. Qui, non siamo ancora riusciti a dotarci di queste strutture, anche minimali. Certamente, lo faremo nella misura in cui ne avremo la possibilità. Insomma, c'è un grande spazio per questo nei nostri programmi, ma fino ad oggi, troviamo invece difficoltà a riferire degli spazi fisici, che sono veramente ridotti sia per il nostro Consiglio dell'ordine ma anche, il generale, all'interno del palazzo di giustizia. Ciò non toglie che ci proveremo".

"Tu sei, ce lo hai detto, un avvocato della vecchia guardia. Da quando hai iniziato ad ora, cosa ritieni che sia cambiato a proposito della presenza delle donne nella Avvocatura?"

"Io ho iniziato nel lontano 1980. Ho fatto pratica a Catania presso una donna, avvocato lavorista. Ricordo quegli anni. Lei mi ha insegnato molto, ma la lezione più importante che mi ha trasmesso è stata quella di non piangermi addosso. Mi ha insegnato a non guardarmi, lei donna, come una donna avvocato, ma come un avvocato. Questa lezione mi è stata data in anni lontani, nei quali le donne che esercitavano la professione forense erano veramente poche. Una lezione, dunque, ancor più significativa. Nel corso degli anni molto è cambiato, si è fatta strada una cultura della parità di genere, si è iniziato a riflettere sulle politiche di genere, e certamente molto è stato fatto, così come molto rimane ancora da fare. Ma quella lezione rimane ancora valida. Le donne non devono mai piangersi addosso, soprattutto adesso che nell'avvocatura sono maggioranza, qui a gela, per esempio, c'è stato il sorpasso: su poco più di 400 avvocati, noi donne siamo oggi maggioranza".

"Ecco, ci diceva Emanuela Tumino, presidente del Consiglio dell'ordine di Ragusa, che il cammino verso un effettiva parità di genere incontra due ostacoli, l'uno relativo ad un certo pregiudizio che una parte della clientela, soprattutto quella più tradizionalista e meno scolarizzata, nutre nei confronti delle donne avvocato soprattutto riguardo particolari ambiti, per esempio quello del diritto penale. Il secondo ostacolo, perlomeno a dire della tua omologa, è che non c'è ancora una effettiva e concreta parità di ordine reddituale, facendo cioè una media gli uomini guadagnano più delle donne. E così anche in questo territorio?"

"Sul secondo aspetto occorrerebbero dei dati più precisi che certamente potrebbero essere motivo di riflessione, sul primo effettivamente, è così anche da noi. In ogni caso, si tratta di pregiudizi atavici, che fortunatamente tendono con il passare degli anni a scomparire, come anche tende a scomparire quella cultura di inadeguatezza che fino a qualche anno fa portava una parte delle donne professioniste a essere in imbarazzo nel richiedere compensi proporzionali all'opera prestata".

"Ci avviamo verso la conclusione. Negli ultimi mesi abbiamo assistito, sovente, a conflitti anche aspri tra componenti dell'avvocatura e della magistratura. Piero Calamandrei sosteneva, a tal proposito, che la giustizia ha bisogno di un incontro virtuoso tra queste due componenti, e qui a Gela qual è lo stato dell'arte?"

"Qui esiste un bellissimo e consolidato rapporto di collaborazione tra avvocati e magistrati. Tutti lavoriamo insieme per garantire, ciascuno nel proprio ambito, la crescita di questo tribunale. Non ci sono conflittualità ma un rapporto aperto, franco, cordiale. Ci si ascolta, si ascoltano sempre le ragioni dell'altra parte, perché tutti siamo chiamati a lavorare per un obiettivo comune. Il nuovo Consiglio dell'ordine, a distanza di pochi giorni dalle elezioni, ha già incontrato i vertici del tribunale, abbiamo parlato liberamente e ci siamo ripromessi di continuare a farlo per tutta la durata del mandato".

"Splendido. In ultimo presidente, parlaci di te, delle tue passioni"

Un attimo di esitazione, comprensibile, di fronte a questa domanda, Poi però Mariella comincia a rispondere e non si ferma più: "C'è molto che mi appassiona, innanzitutto, non so come dirlo, l'atletica. Mi piace lo sport, certo non posso praticarlo a livello agonistico, ma sono appassionata, in particolare di mare e di nuoto. Ma non solo questo, mi piace leggere. Sono vorace di libri, di ogni tipo di libri, e partecipo anche molto volentieri a convegni".

"Di diritto, presidente?"

"Sembrerà strano, ma mi appassionano i convegni di psicologia, di fisica quantistica, discipline che, almeno apparentemente, nulla hanno a che fare con il diritto. Ma naturalmente sono anche una appassionata di diritto. Il mio primo amore è stato il diritto di famiglia"

Obbligatorio il riferimento al Decreto Pillon.

Il giudizio di Mariella e troncante: "Il decreto Pillon non mi piace, non mi piacciono i principi, li ritengo dannosi e controproducenti. Mi hanno sempre insegnato, e sono convinta di questo, che i bambini non vogliono che le loro abitudini siano sconvolte. Chi ha concepito questo testo è fuori dalla realtà e dalla materialità delle cose".

 

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