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Lucignano, la lotta ricomincia a quarant'anni: "Io espulso per eccesso di libertà, quella seduta era un agguato, ma riparto con Arde"

174689995_1403267663363711_3570899892156239818_n Salvatore Lucignano

Salvatore Lucignano è stato espulso da Nad, Nuova Avvocatura Democratica, l'associazione forense che proprio Lucignano ha fondato, insieme ad un ristretto numero di avvocati napoletani, un paio d'anni fa e che, nel breve volgere di alcuni mesi, è balzata agli onori delle cronache dei grandi media con iniziative assolutamente inedite nell'avvocatura italiana, come lo sciopero della fame con attendamento plurisettimanale davanti al tribunale partenopeo, fino a ramificarsi in Campania e in molti altri circondari giudiziari d'italia, con centinaia di soci e decine di sedi, fino a conquistare un delegato alle recenti elezioni di cassa forense, fatto inedito entro un quadro che ha segnato una sostanziale riconferma dello status quo.

Lucignano è stato espulso. Le ragioni dell'espulsione, quantomeno quelle fatte proprie dall'associazione, si trovano in una delibera, che riportiamo alla fine di quest'articolo testuslmente, che parla di una espulsione decisa all'unanimità dei presenti e dei dirigenti collegati via skype. Una espulsione in contumacia, in quanto deliberata nell'assenza del fondatore, che, sebbene invitato, ha preferito disertare la seduta. 

Abbiamo sentito Salvatore Lucignano, ponendogli in alcune domande, dalle ragioni della sua espulsione a come essa a suo parere è maturata, dai sentimenti che prova nei confronti degli ex suoi dirigenti che lo hanno cacciato agli errori che ritiene essere stati da lui commessi alla guida dell'associazione, ed alle sue prospettive future. Quesito, quest'ultimo, espresso in senso dubitativo ma per un nostro evidente errore. Conosciamo ormai da anni Salvatore Lucignano, personalità irriverente, antitetica ad ogni regola anche elementare di bon ton e diplomazia, sicuramente sopra le righe, ed alcune volte, a nostro sommesso avviso, anche eccessivamente, colpevolmente. Uno che non le ha mai mandate a dire, e quando le ha dette le ha dette esattamente per come le pensava nella propria testa. Per uno così, difficilmente quando finisce qualcosa non si apre un altro capitolo. Ed infatti, come ci rivela, è già in campo Arde, una nuova associazione forense nella quale confluiranno decine di ex tesserati Nad, che seguiranno il proprio leader e nella quale proprio Lucignano, mettendo in qualche modo le mani avanti, ha già promesso qualche cambiamento anche personale. Cercheremo di sentire nelle prossime ore anche i dirigenti di Nad, ma adesso concentriamoci su quanto ci ha riferito Lucignano.

D-Ci racconti della sua espulsione. Quali sono gli addebiti che le sono stati mossi? 

R-E' strano da dire, ma sorrido nel rispondere alla domanda. Anche perché i miei ex dirigenti, in queste ore, mi hanno accusato, a più riprese, di una serie varia e grossa di nefandezze. Avrei, nell'ordine: minato la loro reputazione, affermando cose… che peraltro ritengo ancora assolutamente vere; avrei litigato nell'associazione, cosa che faccio da due anni; avrei anche scritto post con cui "imponevo" la linea politica, nonostante io esprimessi le "mie" opinioni, da semplice socio, senza mai affermare, nemmeno una volta, che la mia opinione fosse la linea dell'associazione. Devo dunque credere che i miei ex dirigenti, evidentemente pensassero che le mie parole, per chiunque le leggesse, valessero come la voce di NAD. Ah, si, che altro: avrei sabotato la nostra associazione nelle recenti elezioni alla Cassa Forense. Miravo a far perdere NAD, così da poter avere la testa dei miei odiati dirigenti. A tal proposito sono degne di nota le mie lacrime finte, mentre abbracciavo tutti i dirigenti ed i soci di NAD, dopo l'elezione di Giuseppe Fera a Napoli, di cui abbiamo avuto la certezza il 2 ottobre, se ben ricordo. In definitiva, direi di lasciar stare le accuse, con un sorriso beffardo, ma anche tenero, verso i miei accusatori.
In realtà sono stato espulso perché il 15 ottobre, alle ore 18.30, mi sono ritrovato dinanzi ad un consesso ridicolo. Mi ero recato ad una riunione con i miei dirigenti per tentare di ricucire uno strappo politico, presentando una proposta mirante ad una sintesi unitaria, peraltro concordata con il tesoriere nazionale dell'associazione, Avv. Giuseppe Fera. Quando mi è stato chiaro che l'invito, che dal collega Fera mi era stato garantito dovesse svolgersi secondo i criteri del confronto politico, era in realtà un agguato, in cui l'intero direttivo intendeva processarmi per insubordinazione, mi sono rifiutato di difendermi da accuse ridicole. Diciamo che sono stato espulso per eccesso di libertà e verità, oltre che per una serie di manovre di cui sarebbe pietoso tacere, ecco. Del resto io sono fatto così: dinanzi ad un uso ridicolo e strumentale della deontologia io non accetto di difendermi dalle accuse, ma preferisco subire una condanna ingiusta. Questo comportamento peraltro, è uno dei cardini della teoria politica di NAD, ma ai miei ex dirigenti, negli ultimi mesi, sembra siano sfuggite le basi che hanno sempre retto la mia ormai ex associazione.

D-Lei ritiene dunque ingiustificata la sua espulsione e se sì perché? 

R-Vede, in poche ore la mia vita è cambiata totalmente. Se avessi mostrato deferenza, i miei dirigenti non mi avrebbero mai espulso. Lo hanno fatto per affermare la propria potestà ed autorità, ma nei miei confronti questo atteggiamento non poteva che sortire effetti opposti alla resa ed i dirigenti di NAD non potevano non saperlo.
Quanto alle ragioni, questa associazione per due anni è stata la mia vita. Ho dedicato tutto me stesso a questo progetto, tiranneggiandomi, violentandomi, imponendomi sforzi davvero iniqui, anche a detta di tutti i soci che hanno visto quanto io mi sia prodigato per l'associazione. Parlare di "giustificazione", a poche ore da un atto così abnorme, mi sembrerebbe grottesco. Preferisco sorridere e guardare avanti

D-Dalla delibera di espulsione sembra che la stessa sia stata adottata all'unanimità dei presenti e dei soggetti collegati via Skype. Come spiega questo accanimento nei suoi confronti anche da parte di tesserati che da sempre sono stati a lei vicinissimi? E umanamente, cosa prova nei loro confronti? 

R-Nei giorni scorsi ho pubblicato un articolo sulla rivista "Il radical chic", con cui collaboro da qualche tempo, in cui analizzavo la tragedia della mediocrità ed il suo legame con l'autoritarismo. Credo che il branco sia sorto da un'esigenza legata alla debolezza estrema di ciò che i miei ex soci stavano facendo. Sono certo che anche per loro, il bisogno compulsivo di giustificare un'azione senza senso, che a mio parere essi stessi vivevano come una farsa tragica, abbia giocato un brutto tiro, sul piano della suggestione. Avevano bisogno di sentirsi forti, in un frangente di enorme fragilità emotiva.
In questo momento comunque non provo risentimento verso nessuno. Intendiamoci, 48 ore fa ero arrabbiatissimo, sia per il tradimento della mia lealtà e dei miei sforzi verso l'unità che per l'espulsione, ma certe sensazioni svaniscono in fretta. Sono un uomo passionale ed iracondo, ma anche molto empatico. A grandi scatti di ira, più che altro sfoghi, segue quasi sempre la compassione verso chi mi fa del male. Mi ha amareggiato essere stato espulso da una realtà che sentivo profondamente mia, ma mi dispiace anche per NAD, perché sono certo che avrei potuto dare ancora un contributo importante a quella comunità. Sono convinto che i congiurati abbiano commesso un errore, ma l'esperienza che ho maturato in questi anni mi sarà sicuramente utile per affrontare con più fermezza il cammino che ancora ho da fare.

D-Ritiene di aver fatto errori gravi durante questi anni alla guida di Nad? 

R-Si. Sono un uomo che agisce in molte direzioni, bulimico, o incontinente, per usare una definizione di mia moglie, che mi guarda spesso con aria sconsolata. Vivo di slanci, sono eccessivo, amo, odio, urlo, strepito e gioisco in modo smodato. Esprimermi fuori dai canoni è il mio modo di scaricare un'energia che spesso mi porta a deragliare, ma vivo questa battaglia politica senza risparmiarmi, senza frenare mai: è normale, quando si va sempre al limite, finire qualche volta fuori strada. Ho fatto errori alla guida di NAD, ma NAD è stata una cosa enormemente più grande, importante e bella dei miei errori. Resterà per sempre una delle cose più originali create nell'avvocatura italiana che fa politica e sono felice di esserne stato artefice, insieme a chi ne ha fatto parte. I miei errori, in ogni caso, sono davvero poca cosa rispetto ai meriti che la mia comunità avrebbe potuto riconoscermi, ma questo, nonostante sia un parere diffuso fuori da NAD e largamente maggioritario tra i soci attivi di NAD, era un'opinione altamente impopolare tra i membri del direttivo che mi ha epurato ed alla fine erano loro che mi giudicavano

D-Cosa intende fare adesso e in quanti ritiene la seguiranno dei circa 400 soci di Nad?

R-E' già nato ARDE, Avvocati Radicali Democratici, un laboratorio politico forense che sfocerà in una nuova associazione, con cui intendo continuare le mie battaglie per la nascita in Italia di una nuova avvocatura democratica. Molti ex soci di NAD, lasciata l'associazione in queste ore, stanno già animando il progetto, perché per moltissimi l'associazione si identificava con la mia leadership. ARDE dovrà essere un'evoluzione, più calma e misurata, meno ansiosa, di NAD. Ormai faccio politica forense da cinque anni ed in Italia i colleghi conoscono le mie posizioni. Il mio archivio politico, in gran parte ancora contenuto sul sito internet di Nuova Avvocatura Democratica, ma sparso anche tra riviste, youtube e social, conta migliaia di documenti. Mi sento un vecchio quarantenne, che ha già dato molto, ma che ha ancora voglia di essere un ragazzino, al servizio degli avvocati liberi. Ecco, forse sarò un po' meno impertinente e molto meno polemico verso i colleghi di base. A loro, anche a molti miei sostenitori, in questi anni ho destinato qualche sfuriata di troppo. Prometto che sarò più buono, da qui in poi.


DELIBERA DEL DIRETTIVO IN SEDUTA DISCIPLINARE DEL 15.10.2018 EX ART. 7, II co., Statuto

Il giorno 15 del mese di ottobre dell'anno 2018, in Napoli, presso lo studio legale Granata-Elefante, è riunito, con funzione disciplinare ex art. 7 dello Statuto, il Direttivo Nazionale di Nuova Avvocatura Democratica, onde poter giudicare delle contestazioni mosse al socio avv. Salvatore Lucignano, convocato per la seduta odierna a mezzo pec e pubblicazione su Facebook, nel gruppo chiuso dell'Associazione Tesserati NAD, di apposito comunicato.
Sono presenti l'avv. Rosaria Elefante, che presiede la seduta, nonché gli avv.ti Anna Mondola, Salvatore Pane, Marco Barbati, Luca Panico, Alessandro Cantelmo, Giacchino Maurizio Lo Sapio, Giuseppe Fera e, via Skype, gli avv.ti Leopoldo Di Nanna, Donatello Genovese e Claudia Testa.
Il Direttivo, così riunito, invita il socio Lucignano ad esporre la propria difesa in ordine al seguente capo di incolpazione:

"A. con reiterati interventi sulla piattaforma Facebook, il socio Lucignano ledeva l'onorabilità dell'Associazione e del suo Direttivo, delegittimandolo ed accusandolo di incapacità e disonestà nella organizzazione del Congresso Nazionale; B. di essere lui stesso il motore unico della politica di NAD; C. di inveire, altresì, contro i tesserati e chiunque altro osasse dissentire da lui, trascendendo, oltretutto, su questioni personali estranee a qualsiasi critica politica".

Il socio Lucignano rifiuta di avvalersi del diritto di difesa e di sottoscrivere il presente verbale.
Il Direttivo si riserva.

Il Direttivo

a scioglimento della riserva dopo ampia discussione, considerati i fatti ed il materiale probatorio acquisito;
considerato, altresì, il comportamento tenuto in codesta udienza dal socio Lucignano, che ha negato di poter essere legittimamente giudicato da codesto Direttivo, al quale non riconosce legittimazione alcuna, ma dal quale avrebbe accettato interlocuzione politica, unicamente finalizzata ad un "accordo" nel quale, in cambio della rinuncia alla corsa per la segreteria, egli avrebbe di fatto determinato quali soci avrebbero dovuto ricoprire le cariche nazionali (Mondola alla segreteria, Elefante alla presidenza e Panico alla tesoreria), la durata delle stesse sino ad un congresso straordinario da tenere nel 2019 in data successiva alle elezioni napoletane per COA e CPO, il divieto alla candidatura alle prossime elezioni COA di Napoli per l'avv. Giuseppe Scarpa.
Tutto ciò considerato il Direttivo, all'unanimità,

delibera

l'espulsione immediata dell'avv. Salvatore Lucignano dall'Associazione.

Sottoscrivono il verbale i dirigenti presenti, all'uopo interpellati gli stessi si dà per acquisita la sottoscrizione dei dirigenti collegati via skype.

 

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