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L'aggressività è un fenomeno complesso, che rientra nelle problematiche legate al manifestarsi della violenza negli esseri umani. La maggior parte degli psicologi definisce aggressività ogni comportamento teso a nuocere volontariamente qualcuno, fisicamente o psicologicamente. Può essere quindi un'azione materiale o verbale e può raggiungere o meno il suo obiettivo: è l'intenzione che conta.
Il compito di definire l'aggressività viene reso più arduo dall'uso improprio o approssimativo utilizzato quotidianamente. Non esiste ancora oggi accordo unanime fra scienziati, teorici e altri studiosi in merito al fatto che l'aggressività sia un fenomeno innato e istintuale o un comportamento che può essere appreso. Tante le teorie elaborate, fra le più importanti e affascinanti vorrei ricordare quella etologica di Lorenz e quella pulsionale di Freud.
Lorenz, attraverso i suoi studi sull'osservazione del comportamento animale, si rese conto che l'aggressività era per essi un comportamento finalizzato alla lotta per il cibo e alla riproduzione della specie, per la difesa del territorio e dei piccoli e per organizzare la scala sociale gerarchica. Applicando un metodo comparativo sul comportamento degliuomini, ci rendiamo facilmente conto che l'aggressività o la violenza fra gli esseri umani è spesso di uguale funzione, specifica a garantire la sopravvivenza. Ovviamente non c'è da dimenticare che ha anche "natura gratuita" quando viene applicata senza la necessità di difendere o difendersi.
Freud ha elaborato una complessa e affascinante teoria per capire l'origine dell'aggressività e per farlo parte dalla nozione principale di pulsione, rappresentazione psichica per il padre della psicoanalisi di un bisogno che ha come meta finale arrivare al suo soddisfacimento. Per Freud è dunque innata l'aggressività e la spiega teorizzando la presenza negli uomini di due pulsioni: Eros (la spinta verso la vita) e Tanatos(l'istinto di morte, che opera per ricondurre l'uomo a ritornare ad essere materia inanimata). Secondo Freud quest'energia deve trovare modo di manifestarsi per evitare accumulo ed esplosione (ad esempio le guerre). A tal proposito ricordo lo storico e celebre carteggio fra Einstein e Freud, dove entrambi, scienziati ebrei, criticano la guerra. Alla domanda "Perché la guerra?" di Einstein a Freud, lo psicoanalista risponde proponendo proprio la sua teoria pulsionale.
Oggi certamente possiamo dire che negli esseri umani il comportamento violento è suscettibile di infinite modificazioni, in cui la variante culturale gioca un ruolo importantissimo. Tante le sub-culture "dell'onore" che portano a identificarsi nella figura dell'aggressore come in un ruolo da vincente, da dominatore. Ed ancora numerose sono le situazioni sociali che possono portare ad avere comportamenti aggressivi: frustrazioni, deprivazioni, provocazioni, facile accesso ad oggetti aggressivi.
L'apprendimento sociale giova ovviamente un ruolo fondamentale: i bambini imparano spesso a risolvere i conflitti tramite la violenza perché imitano gli adulti, soprattutto quando avvertono che l'aggressività viene ricompensata (vedi negli sport). Inoltre l'effetto mitigante della violenza alla TV porta indifferenza e maggiore tolleranza verso la violenza stessa e verso le sue vittime.
Denebola Ammatuna, psicologa psicoterapeuta
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Sono una psicologa, una psicoterapeuta di orientamento sistemico relazionale, ed una sessuologa clinica. Collaboro attivamente con la Questura di Ragusa da consulente esterno come ausiliario p.g., e da anni opero nel sociale con attività di volontariato di supporto alla comunità, come responsabile provinciale dell'onlus nazionale Telefono Azzurro e come responsabile territoriale del Centro Antiviolenza Lia Pipitone. Nel tempo libero cerco di dedicarmi alla scrittura "creativa" oltre che "tecnica", attraverso cui far veicolare il messaggio della giusta ricerca del benessere psicofisico, seguendo il principio che psiche e corpo sono un'unità e la salute dell'una corrisponde a quella dell'altro, e viceversa.